Oaktree vuole prolungare il ciclo di vittorie dell’Inter, ma la gestione sportiva del Caen è un precedente che lascia qualche dubbio…
Nel comunicato di presentazione al mondo nerazzurro, il fondo americano Oaktree ha parlato di impegno “per un successo a lungo termine”. Leggendo tra le righe (e ragionando in termini pragmatici) va da sé che tra gli obiettivi della nuova proprietà statunitense ci sia – anche – quello di mantenere intatto il livello di competitività al quale ci aveva abituato nell’ultimo lustro la famiglia Zhang. Un’Inter assoluta protagonista in Italia e in grado di dire la sua in territorio continentale.
Ora, al di là dei pur importanti aspetti propri della partita doppia (insomma, a nessun tifoso interessa festeggiare lo scudetto del bilancio), il fatto di prolungare il ciclo di vittorie – iniziato da Antonio Conte e migliorato da Simone Inzaghi – garantirebbe ad Oaktree un ritorno decisamente maggiore quando sarà il momento di passare all’incasso. Per dirla con Pellegrini, è finita l’era del romanticismo. E già sappiamo che – in un futuro più o meno prossimo – i nordamericani andranno alla ricerca del miglior acquirente.
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Fin qui le sensazioni positive. C’è un però, e si chiama Caen. Ovvero la squadra di Ligue 2 gestita all’80% dal 2020 proprio dal fondo californiano. Rilevata quattro anni or sono in una critica situazione finanziaria, sportivamente parlando la compagine rossoblu – nonostante i proclami iniziali – non è mai riuscita a fare il salto di qualità. E il riordino dei conti è dovuto passare da tagli del personale amministrativo e commerciale (si stima un 40%), da una netta riduzione dei costi e dallo sfruttamento del player trading – leggere alla voce concludere il mercato con un attivo. L’intenzione, inoltre, è quella di vendere entro l’autunno.
Non il massimo della vita, insomma. Pur con le dovute differenze del caso – prima fra tutte il netto miglioramento del bilancio nerazzurro. La cura dimagrante iniziata da Suning, edulcorata dalle intuizioni del trio Marotta, Ausilio e Baccin continuerà anche con la nuova gestione. E il cambiamento, inevitabilemente porterà delle novità. Una continuità diversa, se così vogliamo chiamarla. D’altronde chi lascia (anche forzatamente) la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non quel che trova…