In casa Inter il caso Calhanoglu rientra nel migliore dei modi. Convincono sia le parole del giocatore che la presa di posizione della società. Un bel cambio di rotta rispetto al passato.
C’era una volta André Onana, portiere dell’Inter, che lasciava in fretta e furia il proprio stanzino di Appiano Gentile per volare alla volta di Manchester. C’era una volta – anzi erano due – Romelu Lukaku che faceva carte false per assicurarsi l’assegno del Chelsea (prima) e farsi ingannare dalle lusinghe della Vecchia Signora – poi. A dir la verità ci sono stati anche un Achraf Akimi e un Milan Skriniar che alla passione incondizionata del popolo nerazzurro hanno preferito – comprensibilmente – la pioggia di euro garantita in quel di Parigi.
C’era una volta appunto. Perché oggi il vento è cambiato. L’avevamo intuito dal “facile” rinnovo di Nicolò Barella – e dall’ancora ufficioso prolungamento di capitan Lautaro. Ma l’epilogo finale (anche se nel pieno del calciomercato non bisognerebbe mai dire mai) del caso legato ad Hakan Calhanoglu certificato che – dopo una finale di Champions League e uno scudetto vinto con larghissimo anticipo – i nostri grandi giocatori adesso hanno una sola priorità. Rimanere con la maglia dell’Inter.
L’Inter chiude nel migliore dei modi il caso Calhanoglu
Inter, il peso del caso Hakan Calhanoglu: adesso i grandi giocatori…
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Attenzione, è un particolare importante. Ricordiamo in tal senso le parole pronunciate non più tardi di due stagioni fa da Giuseppe Marotta: «Oggi il nostro campionato è di transizione, i calciatori vengono e voglio andare via». Al di là dei risultati del rettangolo verde, adesso l’Inter può al contrario trattare da una posizione di forza con i suoi pezzi da novanta.
Cosa che, ad esempio, non succede da altre parti – ogni riferimento a Kvaratskhelia e Theo Hernandez è puramente intenzionale. Sensazioni positive, in vista della prossima annata. L’Inter si conferma grande in Italia, dentro e fuori dal campo. Ma non ci si può fermare qui: allungare il ciclo di vittorie – e fare meglio in campo europeo, con tutto quello che ne consegue a livello economico – significherà iniziare (o meglio, tornare) ad attirare anche i campioni delle altre grandi del continente. Impossibile? Forse. Ma è una strada da provare a percorrere. La sfida è davvero troppo suggestiva.