A Firenze l’Inter non ci ha messo la testa e Inzaghi lo sa ma non si può nemmeno sempre vivere di rendita carissimo Beppe Marotta. Sul mercato serve (e serviva) dare dei segnali…
Débâcle mentale. Che non si tiri in ballo le troppe partite giocate, le troppe da giocare, la distanza ravvicinata tra le partite. Quella andata in scena al Franchi di Firenze è, per l’Inter, una débâcle solo ed esclusivamente mentale.
Quando hai l’occasione preziosa di sistemare quel benedetto asterisco. Quando sai che vincere ti porterà in vetta, accanto al Napoli. E auando sai che lanceresti un segnale importante al campionato e alle rivali, rinforzatesi puntualmente nel mercato di gennaio. Quando anche hai tutte queste premesse nella mente e nei piedi, non è ammissibile, non è assolutamente decoroso che la squadra vada incontro a una prestazione così imbelle.
Unica attenuante? Il dispendio di energie mentali per agguantare il pareggio nel derby, dopo tre pali presi, un rigore non dato e il “rumore dei nemici” sullo sfondo.
L’Inter che ha giocato a Firenze non ha combattuto, non ha corso, non ha avuto la fame della Fiorentina (in difficoltà per le assenze, quelle che non avrà a San Siro lunedì prossimo nel “ritorno” ravvicinato). I cross puntualmente sbagliati, pensati con sufficienza da Dumfries sulla destra e dall’entrante Dimarco sulla sinistra, la sterilità offensiva anche quando, nel sonnolento finale, c’erano quattro punte nerazzurre sul rettangolo verde (e dai quattro attaccanti è uscito un singolo tiro in porta) sono la cronaca di una resa. Che potrà essere totale solo se a San Siro, in Inter-Fiorentina, questi errori si ripeteranno.
Inter, Inzaghi deve azzannare la Fiorentina lunedì e Marotta lavorare per il futuro!
Inter, se la testa non c’è non va niente caro Inzaghi. Ma non si può sempre vivere di rendita carissimo Beppe Marotta…
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C’è solo una via per dare nuova speranza ai tifosi nerazzurri: azzannare la partita di lunedì, vendicare l’imbarazzante 3-0 subito al Franchi, in una parola vincere. Qualsiasi altro risultato significherà una cosa sola: che l’Inter dice addio al campionato, che dovrà concentrarsi nel mantenere un posto Champions e ad andare il più possibile avanti nel torneo europeo e in Coppa Italia.
Con più di un pensiero al mercato che verrà: un mercato nel quale l’Inter dovrà dare segni di vita.
Perché questo era davvero l’ultima stagione in cui l’Inter poteva illudersi di poter vivere di rendita su un gruppo che resta forte, ma la cui carta d’identità racconta che il tempo passa. Una sconfitta così brutta per i nerazzurri non accadeva da prima che arrivasse Antonio Conte sulla panchina.
Sembravano passati anni luce da quel giorno: oggi tutto questo appare, ai tifosi nerazzurri, come avvenuto un quarto d’ora fa.