L’Inter crolla a Firenze e fallisce l’aggancio al Napoli: una partita dove i nerazzurri – dall’atteggiamento iniziale fino alla mancata reazione, passando per i cambi – hanno sbagliato tutto quello che potevano sbagliare
L’effetto derby è già finito. Oppure, ancora peggio, è servito solamente a nascondere un po’ di polvere sotto al tappeto. L’Inter si è persa, disintegrata – sì, perché del funesto recupero non c’è nulla da salvare – da una Fiorentina solida, arcigna e spietata. I nerazzurri sbagliano tutto quello che hanno potuto sbagliare: senza umiltà né ardore. E anche il gioco è andato a farsi benedire. Difficile capire anche da dove partire per analizzare una sconfitta che può segnare uno spartiacque: da questo ceffone o ci si rialza con rabbia oppure – detta schietta – si butta via una stagione. Tertium non datur.
Andiamo per ordine cronologico. Il primo tempo del Franchi: approccio molle, giro palla sterile, difensori della Viola – come si suol dire – in campo con la sigaretta in bocca. Passa l’Inter ma Carlos Augusto è in fuorigioco. Terza volta nelle ultime due partite. E dire che basterebbe poco. Un po’ di malizia, a maggior ragione nel tempo di un Var che (giustamente) non perdona. Ma evidentemente la spina non è attaccata come dovrebbe. Così mentre Lautaro e soci fanno del giro palla, la Fiorentina morde in contropiede.
L’Inter crolla a Firenze: cronaca di un match completamente sbagliato
Inter, a Firenze è tutto sbagliato. Inzaghi sveglia!
Ci saremmo aspettati qualcosa di diverso nella seconda frazione. Non subito dei cambi, perché sappiamo che per Simone Inzaghi prima del sessantesimo sono qualcosa di simile alla bestemmia. Ma – almeno – provare a forzare la mano. Come? No, non alzando la palla in area avversaria (altra blasfemità per il mister) ma – come già successo in passato – attirando fuori l’avversario per far male in contropiede. E invece, senza uno straccio di uomo che crei superiorità numerica, ci si è ostinati nel lento, lentissimo giro palla, con spazi sempre più intasati.
Cosa ci dicono poi le reti della Fiorentina? Spiegano innanzitutto a Beppe Riso perché Frattesi – dormita colossale sull’1-0 – non può avere aspirazioni da titolare. Evidenziano poi quella che sta diventando una triste certezza: in transizione negativa (finale Supercoppa, Bologna, derby di campionato, Firenze) l’Inter subisce goal.
Ultimo, ma non per ultimo la fossilizzazione sul 3-5-2: i nostri cugini ci hanno messo sei derby per capire come far male a questa Inter (che a lunghi tratti nell’ultimo anno e mezzo è sembrata ingiocabile). A Raffaele Palladino sono bastati due spezzoni da un quarto d’ora. 72% di possesso palla senza mai tirare in porta: la potenza è nulla senza umiltà. Ma per nostra fortuna spesso gli schiaffi sono più salutari dei complimenti.