In Casa Inter si apre un dibattito: meglio uscire subito dalla Champions League per non perdere lo scudetto?
E ora fino a febbraio si respira. Ma gli ottavi, quasi certamente, saranno da togliere il respiro. Sì perché l’Inter è, con altissime probabilità, condannata a incontrare una delle big d’Europa, che sia il Manchester City o il Bayern Monaco, l’Arsenal o il Barcellona.
A questo punto l’occasione è giusta per contarsi, tra realisti e utopisti in casa Inter.
Nei secondi ci sono i musi lunghi per lo 0 a 0 al Mezza con la Real Sociedad, quelli convinti che raggiungere una finale di Champions League sia ormai, per l’Inter, qualcosa di non impossibile.
Tra i primi c’è chi guarda in faccia la realtà e pesa i pro e i contro. Entrambe le categorie dicono che si poteva fare di più (ed è vero), che ora la percentuale di dire addio all’Europa agli ottavi è altissima (è vero anche questo), che togliere dal campo Thuram, l’unico in grado di creare strappi in campo è stato un errore (vero), che Frattesi non ha giocato all’altezza di ciò che avrebbe dovuto dimostrare e di ciò che il popolo nerazzurro si aspetta da lui (vero), che Cuadrado ha sbagliato tanto per buona parte della gara (vero).
A tutto ciò, però, i realisti aggiungono il semplice Buon Senso, quello che gli inglesi, maestri di questo modo di pensare, definiscono il “common sense”, cioè quel senso comune che le persone coi piedi per terra, gli uomini comuni di tutti i giorni che devono portare il pane a casa e non hanno tempo per le utopie, hanno nel giudicare ciò che vedono e ciò che possono programmare e ottenere.
Inter, uscire dalla Champions League non è per forza una condanna…
Inter, guardiamoci in faccia: meglio uscire subito dalla Champions League per non perdere lo scudetto?
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E il buon senso dice: che non è vero che l’Inter abbia due squadre equivalenti, perché quando giocano le seconde scelte la fatica si raddoppia, soprattutto sul palcoscenico europeo. E a questo proposito: nell’habitat continentale l’asticella si alza, dunque schierare le seconde linee molto più deboli in attacco – Arnatuovic e Sanchez – è solo una contraddizione in termini se si vuole segnare. Se proprio si deve ricorrere a loro per far rifiatare la ThuLa, allora lo si faccia nei finali di partita in campionato. Lo stesso buon senso dice di guardare alla necessità dell’acquisto di un attaccante di peso da affiancare a Thuram e Lautaro: a gennaio, dateci Taremi, please. Se malauguratamente uno dei due titolati diventasse indisponibile per lungo tempo, a casa Inter sarebbero dolori.
Ultima considerazione realista: se si uscisse agli Ottavi contro una corazzata tipo Manchester City o Real Madrid, ragazzi, facciamocene una ragione. Il campionato resta – in tutta evidenza, e pure secondo le direttive della dirigenza interista – il principale obbiettivo. La Juventus del gioco orribile e delle vittorie a denti stretti è alle costole, e non dà l’idea di mollare. Sarà una guerra di nervi sull’asse Milano/Torino, e concentrarsi sulla serie A non può essere vista come una condanna.