L’Inter di Simone Inzaghi torna quarta in classifica, ci riesce grazie a Lautaro Martinez diventa un Dio, un profeta per i tifosi nerazzurri. Ora servono i suoi discepoli…
Bisognava vincerla. E l’abbiamo vinta. Alla fine è questo che conta, alla fine va bene così. Tre punti fondamentali per la nostra Inter, portati a casa con un po’ di fatica (ma questa non è una novità) contro una Lazio che, di fatto, sul campo è sempre stata inferiore.
Ma da cui abbiamo rischiato di farci battere e questo non va bene, perché sarebbe stato un furto legalizzato. Alla fine però non è successo, alla fine va bene cosi. Alla fine abbiamo tirato fuori il carattere e ce la siamo portati a casa.
E adesso finalmente dopo l’impresa in Champions League e la finale di Coppa Italia anche la classifica di Serie A torna a sorriderci.
Perché il quarto posto è il minimo sindacale, al di là di tutto il resto. Ed è almeno lì che dobbiamo restare, fino alla fine. Senza se e senza ma. Oggi dovevamo vincere, ci siamo riusciti ed è questo che conta. Però è una vittoria non priva di ombre. Che alle fine è arrivata sempre grazie a lui, al “solito” Lautaro Martinez, entrato con la consueta rabbia e fame di goal è uscito come (quasi) sempre sazio, davanti a settantacinquemila e cinquecento tifosi che ormai lo osannano e lo invocano come un Dio. Lautaro c’è.
Inter, Lautaro Martinez non delude mai. Gli altri invece…
Inter, Dio esiste e per noi si chiama Lautaro Martinez…
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E meno male che c’è lui. Santo subito. Ma in previsione del maggio folle che ci aspetta, il doversi affidare sempre e solo a un campione, per quanto grande, fa anche paura. E oggi il campo ha dimostrato che le alternative, purtroppo, non sono molte. E non sono alla sua altezza.
Ci ha provato Simone Inzaghi a fare il turnover. Ci ha provato a mettere l’eterna promessa Correa al fianco di Lukaku, ma non sono bastati. Perché se il primo ha deluso per l’ennesima volta (ormai è accanimento terapeutico) anche il secondo non sembra più nemmeno il lontano parente di quello che trascinò la squadra alla scudetto due stagioni fa.
Lukaku può, deve, dare molto più di questo. E per questo finale di stagione avremmo bisogno di lui più che mai. Ma lui, per il momento, ancora non c’è. Non si vede. E il tempo stringe. Purtroppo. Per fortuna, oltre a Lautaro, le note positive anche oggi non sono mancate: Onana tra i pali sta diventando sempre più una certezza, Dimarco ormai lo è, Barella lo è sempre di più, partita dopo partita.
Perciò oggi noi interisti siamo felici, stasera andremo a letto con il sorriso. Ma anche consapevoli, come sempre, che la strada è ancora lunga e che bisogna continuare così. Fino alla fine. Perché il tempo per tirare il fiato non c’è, perché bisogna già pensare alla prossima partita, perché non possiamo più permetterci di sbagliare. Quindi godiamoci questa serata. Ce lo meritiamo. Sperando sia l’inizio di un nuovo corso, anche in Serie A…