L’Inter torna a vincere ma non ancora a convincere: Simone Inzaghi deve risolvere alcuni problemi e il primo si chiama Lautaro Martinez…
L’unica squadra reduce dalle sabbie saudite a portarsi a casa i tre punti. L’Inter doveva reagire alla stramba sconfitta nel derby che valeva la Supercoppa (da anni facciamo di tutto per regalare trofei e iniezioni di ottimismo ai rivali rossoneri) e ha compiuto la missione.
La settimana surreale di un mini-torneo altrettanto surreale organizzato in una cornice inutile (se non perché porta soldi al calcio italiano, sempre disperatamente col piattino in mano) popolata da finti tifosi e da un generale disinteresse – che non fa che umiliare ulteriormente la passione di noi italiani per il pallone – è finalmente alle spalle.
Tutto è tornato nelle giuste proporzioni e, per l’Inter, c’è solo da pensare avanti. Certo, potrebbe ser-vire riflettere sul fatto che, per inchiodare al pareggio il Milan, è bastato un Cagliari determinato a difendere il risultato. Cosa che potremmo fare anche noi in qualche frangente delle gare.
Ma, come accadeva tre anni fa nella stagione del Grande Spreco (proprio a vantaggio del Milan…), sembra che l’Inter sia tornata a praticare la masochistica pratica di sprecare occasioni a pioggia durante una partita, alla fine segnare, per poi infine subire goal e/o rimonte deliranti. Lo si è fatto in Coppa col Leverkusen, lo si è fatto nei derby, lo si è fatto con la Juventus.
Inter, Simone Inzaghi ha qualche problema da risolvere: uno si chiama sicuramente Lautaro Martinez
Inter, caro Inzaghi c’è da lavorare. A cominciare da Lautaro Martinez…
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Ora l’Inter ha un filotto di partite abbordabili e poi, di nuovo, un derby nel quale dovrà ristabilire i rapporti di forza. Inzaghi deve una buona volta trovare soluzioni inedite quando si ritrova di fronte squadre diametral-mente opposte alla nostra: come il Milan, che non ha un gioco collettivo irresistibile ma ha singoli giocatori in grado di cambiare i destini di un match, soprattutto nelle sfide secche.
A Venezia, l’Inter ha rischiato di subire il pareggio, come ben sanno le coronarie dei tifosi che, a differenza di quanto accadeva nella stagione scorsa (quelle della be-nedetta Seconda Stella), ormai non si sentono sicuri nemmeno quando sono sul 2-0, figuriamoci quando la rete di vantaggio è una.
Non esiste una crisi perché le cifre stanno lì a dire che le sconfitte sono rare (“sono le uniche che fanno notizia con noi”, ironizza Inzaghi) e le prospettive in campionato appaiono buone (è stata su-perata l’Atalanta, si è secondi dietro al Napoli con un doppio asterisco che significa 6 punti da portare a casa doverosamente).
Ma se vuole dare certezze alla sua squadra e ai tifosi, Simone Inzaghi deve lavorare su alcuni fronti: il recupero di un Lautaro Martinez esaurito, stanchissimo, ancora palesemente insufficiente nonostante il goal di Matteo Darmian a Venezia sia nato da una sua brillante giocata; trovare alternative al proprio gioco che, partita dopo partita, viene compreso e disinnescato almeno dalle grandi rivali, come dimostrano gli esiti degli scontri diretti; infine, rimarginare la piccola ferita del caso Frat-tesi, che potrebbe intaccare lo spogliatoio.