L’Inter supera di misura il Venezia e sorpassa in classifica, nonostante l’asterisco della partita in meno, l’Atalanta di Gian Piero Gasperini. I campioni d’Italia mantengono la porta imbattuta per la sesta trasferta consecutiva (trattasi di record), ma – dall’altro lato della medaglia – registrano l’ennesima gara con un attacco dalle polveri bagnate. Con Markus Thuram in panchina dopo la noia fisica patita in Supercoppa, Simone Inzaghi ha affidato le chiavi del reparto avanzato alla coppia formata da Lautaro Martinez e Mehdi Taremi. Ma, a togliere le castagne dal fuoco, evitando così un mezzo passo falso in laguna, ci ha dovuto pensare il soldatino tuttofare Matteo Darmian. Un difensore, tanto per intenderci.
L’annoso problema della stagione interista, insomma, si ripropone anche in questo inizio 2025. Se è vero che l’avanti francese è – in coabitazione con Mateo Retegui – il capocannoniere della Serie A, la ThuLa non segna “insieme” dall’ormai lontano mese di maggio. Al capitano sono richiesti altri compiti – di raccordo tra i reparti – non lo mettiamo in dubbio, le difficoltà sottoporta del numero dieci argentino però vanno avanti ormai da settimane. Le ultime reti segnate poi (Cagliari in Serie A e Milan nella finale di Supercoppa) sono state oltretutto ininfluenti a fini del risultato.
Venezia conferma il trend: all’Inter serve un altro attaccante
Inter, punte ancora a secco: serve un attaccante. Subito!
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E fin qui, verrebbe da dire, ci stiamo lamentando del brodo grasso. Sì, perché – a quanto pare – in casa Inter non c’é vita oltre la ThuLa. Taremi è volenteroso, ma fin qui non ha portato in dote nemmeno un punto. Lo riteniamo sicuramente una buona seconda punta, ma nel campionato italiano non può reggere il peso di una squadra che punta a vincere tutto. In tre parole: servono altri goal.
Ovvero quelli che nella loro esperienza all’Inter non hanno mai garantito né Joaquin Correa né Marko Arnautovic. Eppure la scorsa stagione avrebbe dovuto insegnare qualcosa in merito. Thuram, arrivato a parametro zero nell’estate 2023, in tal senso è un caso più unico che raro. Per assicurarsi attaccanti che sappiano buttarla dentro serve il blocchetto degli assegni. In termini aziendali si chiamerebbe investimento: spendere oggi (per il centravanti), ritirare il dividendo – scudetto, un percorso virtuoso in Champions League – a maggio. La sostenibilità è importante, ma al tifoso lo scudetto del bilancio senza macchie interessa fino a un certo punto. Una terza punta che sia all’altezza della ThuLa è diventata una necessità.