L’Inter di quest’anno ha due facce: molto bene nelle Coppe, meno bene in campionato.
L’Inter chiude la 22^ giornata con un pareggio. Si tratta del terzo della stagione. Pareggi, che spesso sono arrivati all’ultimo minuto oppure avrebbero potuto diventare delle vittorie. Il risultato neutro contro la Sampdoria rappresenta la perla di una collana di passi falsi che si stanno accumulando con troppa frequenza. Complessivamente, tra pareggi e sconfitte i nerazzurri fin da metà agosto hanno perso ben 22 punti.
Al netto delle assenze pesanti che hanno in parte contribuito a ottenere meno risultati del previsto, c’è però l’altra faccia della medaglia. Quelle dei buoni successi nelle Coppe (sia europea che quella nazionale) dove come per magia l’Inter si trasforma. Una sorta di Dr Jekyll e Mr Hyde, che paradossalmente scende in campo con entusiasmo e personalità da big team europeo. Gli stessi giocatori lo hanno ammesso di recente: si dà tutto quando si tratta di partite secche.
Inter, il confronto paradossale tra coppe e campionato
Una “pazza” Inter quella vista fin qui: ecco il paragone tra campionato e Coppe.
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Se si guardano le statistiche dei nerazzurri tra le Coppe e il campionato, i risultati si sono rivelati all’opposto delle aspettative, in entrambe le circostanze. Al momento del fischio d’inizio in campionato, i nerazzurri erano tra i favoriti se non i primi per la vittoria del campionato. Al contrario, in Champions un passaggio del turno per molti bookmakers era impensabile. L’evoluzione della stagione, poi, ha dimostrato un’Inter a due facce: incostante in campionato, ma grintosa e cinica in Coppa Italia.
Passando da seconda nel girone a discapito di un Barcellona (attualmente primo in Liga) favorito e retrocesso in EL, nel contempo l’Inter di oggi rispetto a un anno fa risulta seconda in campionato a -15 dalla capolista Napoli. Tra i motivi che si possono ricercare c’è ovviamente la mancanza di una tenuta mentale. E’ comprensibile che un campionato sia più impegnativo delle Coppe per numero di impegni. Tuttavia, con un livello qualitativo di Serie A sempre più in discesa rispetto ad altri campionati top europei è un paradosso perdere così tanti punti.