Sale l’attesa per l’Euroderby di Champions League e l’Inter secondo Ferruccio Gattuso deve preoccuparsi del fattore C del Milan…
E ora è il tempo delle rivincite. Per tutti: per Simone Inzaghi, per la squadra, per la società. Il primo, uscendo vincitore da un doppio confronto derby e strappando il biglietto per la finale di Champions League, potrebbe alzare una cortina fumogena che copra, almeno parzialmente, la vista di quelle undici (dicasi undici) imperdonabili e fetentissime sconfitte in Campionato. Che speriamo restino tali.
La seconda, portando a casa gli stessi risultati, potrebbe recuperare la faccia presso i tifosi, irritati dallo snobismo con cui accettano rimonte e debacle nel torneo nazionale, in qualche modo “vendicando” (come ha ricordato il presidente Zhang) la perdita dello scudetto della scorsa stagione.
La terza, infine, potrebbe alzare una sua particolare cortina fumogena sugli errori di mercato (caso Skriniar in primis) e sulla strategia da portafoglio vuoto degli ultimi due anni.
L’Inter che si è dimostrata superiore al Benfica (nonostante quel pareggio finale 3-3 che sa di spina staccata) può tutto, o quasi. Certamente, giocarsi alla pari il doppio derby all’orizzonte. Tenendo conto però di una cosa: il Milan può contare su due fuoriclasse fondamentali nella rosa – Maignan e Leao – che ricordano, beffardamente, i ruoli svolti da Julio Cesar e Milito nella gloriosa Champions 2010 dell’Inter.
Il primo para tutto, il secondo può sempre segnare. Insomma, il Milan può subire, sventare palle killer tra i pali, e poi piazzare la stoccata. L’Inter di fuoriclasse è invece sprovvista: sfoggia qualche ottimo giocatore e un gruppo che, se rema tutto nella stessa direzione, può comunque battere lo storico rivale. Ma non può risposarsi nemmeno un minuto nell’impresa. Soprattutto quando hai un tecnico che ti fa i cambi in massa, in modo ossessivo compulsivo, solo al 70esimo e immancabilmente ruolo per ruolo, senza farti godere, che so, una difesa rinfoltita negli ultimi minuti di partita. Alla Mourinho, per capricci.
Euroderby, l’Inter cerca vendetta ma il Milan…
Euroderby, l’Inter deve preoccuparsi del fattore C del Milan…
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Contro il Benfica si sono visti risvegli che fanno sperare il tifo nerazzurro: Lautaro Martinez (che dal 5 marzo aveva, in area, l’utilità di una pianta d’arredamento), Correa (che dopo mesi da sonnambulo ha piazzato un gran gol a giro), Brozovic (che, al netto di un paio di errori da infarto nel finale, sta riprendendosi la regia dell’Inter). Il dilemma, per Inzaghi, sarà quando e come utilizzare Calhanoglu, nelle cui pupille brilleranno due fuochi particolari: la sfida tutta sua col Milan e il sogno di poter essere “a casa” nella finale di Istanbul.
Note dolenti di Inter-Benfica? Dzeko è ormai quasi innocuo: la benzina è finita. La concentrazione altalenante della squadra. Inquietudini per il futuro? Il fattore “C” del Milan. È come se esistesse un Reparto Voodoo dalle parti di Milanello: sappiamo tutti di infortuni e squalifiche del Napoli nel doppio scontro contro i rossoneri.
E se vogliamo andare a quel derby di semifinale Champions del 2003, di cui tutti parlano ora, vanno ricordati questi particolari non indifferenti: l’Inter fu eliminata senza perdere (0-0 e 1-1 i risultati), in attacco le mancava Vieri (infortunatosi ai quarti col Valencia, assente andata e ritorno), Crespo veniva da infortunio e giocò qualche spezzone, Recoba aveva la pubalgia e si dovette giocare con la coppia Kallon-Martins. Ciliegina finale: il Milan in finale incontrò una Juve priva del miglior Nedved della storia. Il fattore “C” del Milan è un ordigno nucleare potentissimo. Incrociamo le dita e, come no, sogniamo pure.