L’Inter non è preoccupata per l’astinenza di Lautaro Martinez ma l’argentino vive tutto con troppa malinconia che non è da lui…
Tenace su ogni palla, perfino operaio. Votato alla squadra, quasi mimetico nel cambiare ruolo per inventarsi raccordo tra attacco e centrocampo. Poi, arriva il goal. Non suo perché, è questa la verità, lui non segna da tempo immemorabile e quando lo fa, lo sa lui per primo, non è un goal decisivo. E al goal tutta la squadra esulta, e lui non manca nel numero, figuriamoci.
Ma per chi sa scrutare il linguaggio del corpo (dagli spalti dello stadio) e i primi piani (dalla tv), il volto e la mimica di Lautaro Martinez detto il Toro sono quelli di uno che non sprizza gioia. Lautaro, il capitano dell’Inter, è malinconico.
Felice per la squadra ma un po’ perso tra i retro-pensieri. Lautaro non è il goleador della stagione scorsa. Tantomeno, sibilano i più cattivi, si merita lo stipendio più alto tra i giocatori nerazzurri. E intanto il suo compagno d’attacco Marcus Thuram arriva – alla vigilia di Natale e senza contare ciò che potrebbe accadere a San Siro contro il Como – a quota 12.
A Roma, nella serata trionfale contro la Lazio migliore degli ultimi anni (ancora oggi papabile candidata allo scudetto insieme a Inter, Atalanta e Napoli) la squadra nerazzurra ha realizzato una goleada tennistica.
Alla festa hanno partecipato tutti, e la carrellata di gol messi alle spalle di Ivan Provedel è stata impressionante per varietà tecnica e di finalizzazione. I cattivi di cui sopra, sugli spalti e sul divano, al sesto gol di Thuram si pas-savano la battuta: “Ecco, ora Lautaro può segnare, se ce la fa, il suo gol superfluo”.
Inter, l’astinenza di Lautaro Martinez non preoccupa Inzaghi
Inter, Lautaro Martinez e quel senso di malinconia…
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La tecnologia che osserva e monitora il bomber Marti-nez da Bahia Blanca annuncia un atleta in completa ri-presa psicofisica. Vero è che, da quando è arrivato all’inter, l’attaccante argentino non è mai stato così a secco: in 16 partite di Campionato 5 gol e 3 assist, quando solo per andare alll’anno scorso ne aveva già segnati 14 con 4 assist.
Gli ottimisti si dicono: “Se l’Inter marcia con questi ritmi senza Lautaro, figuriamoci quando anche lui aggiun-gerà il suo bagaglio di gol”, i pessimisti dicono: “Senza i gol di Lautaro, al traguardo di uno scudetto o di una coppa non si arriva”. Tanto più che, alle spalle della Thu-La l’Inter si ritrova un Taremi “coniglio bagnato” (ma certo Inzaghi avrebbe potuto usarlo un po’ di più in Serie A dove qualche gol lo avrebbe aiutato a prendere fiducia: la platea Champions, sempre e comunque, è gratificante ma non regala nulla), un Tucu Correa sem-pre uguale a sé stesso (nel taschino dell’allenatore, ora persino davanti ad Arnautovic nelle gerarchie) e, infine, quell’Arnautovic che fa quasi tenerezza per come si candida al ruolo di spettatore in calzoncini e colori so-ciali. Intanto, gli interisti aspettano la sfida col Como, con uno sguardo speciale al giovane talento Nico Paz. Argentino anche lui. Un sogno di domani?