L’Inter e Beppe Marotta non vogliono porsi limiti: lo scudetto, sì, ma anche andare più avanti possibile in Champions League
L’Inter non si accontenta dello scudetto quest’anno. I nerazzurri vogliono andare fino in fondo anche in Champions League, dove, a due partite dalla fine del maxi-girone, sono nelle prime otto e hanno tutta l’intenzione di rimanerci.
Beppe Marotta punta in alto. Non mette limiti ai nerazzurri e lo ha dichiarato in occasione dei Gazzetta Sports Awards:
A questo inizio di stagione si applica bene il concetto che la cultura del lavoro e la competenza portano sempre a un miglioramento. Ecco perché non sono sbalordito dal fatto che l’Inter sia cresciuta rispetto al passato.
I segnali sono sicuramente incoraggianti in vista del futuro. Di un campionato in cui i nerazzurri sono a tre punti dal primo posto – con una partita in meno – e di una Champions League da vivere da protagonisti:
Non bisogna esaltarsi, ma i segnali finora sono molto positivi. Personalmente ero fiducioso che la squadra avrebbe proseguito il percorso tracciato nelle scorse stagioni e che ci sarebbero stati dei progressi. Adesso che questi miglioramenti sono diventati realtà non bisogna fermarsi, ma andare avanti e lavorare ancora di più. Per crescere ulteriormente.
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Per lo scudetto, però, Marotta non vuole escludere dalla corsa ancora Juventus e Milan, nonostante i rossoneri siano già a 14 punti dalla vetta dopo appena sedici partite:
Prima della fine del girone d’andata non si possono escludere dalla corsa per lo scudetto le formazioni che sono qualche punto indietro. L’Atalanta? Sicuramente è tra le maggiori candidate a vincere lo scudetto perché, grazie al successo a maggio, ha acquisito una mentalità vincente, una cosa certo non facile. Sono convinto che sapranno gestire le pressioni che ci saranno durante la stagione. Adesso sono loro la lepre e noi i cacciatori…
E poi c’è il Napoli dell’amico/nemico Antonio Conte. Il battibecco fa parte del gioco – delle parti:
Con Conteci sentiamo: ci sono stati degli scontri dialettici, ma quelli sono la facciata. Il rapporto tra noi resta. Antonio è un professionista bravo che ha vinto tanto e parte avvantaggiato da questa esperienza
L’Inter, però, ha Simone Inzaghi. Un tecnico bravo che è diventato, in questi quattro anni, bravissimo:
Quando è arrivato all’Inter era bravo,ma adesso è diventato bravissimo. Alle sue grandi capacità ha aggiunto, giorno dopo giorno, un’esperienza che ne ha accresciuto il valore. Simone ha dalla sua parte la fortuna di essere stato un calciatore, di conoscere lo spogliatoio e le dinamiche che ci sono all’interno. Il turnover? Lo usa bene e valorizza al massimo il gruppo che abbiamo. È tra i migliori allenatori in circolazione e siamo contenti che sia con no