L’Inter nella semifinale di Supercoppa domina la capolista del campionato: una doppietta di Dumfries abbatte l’Atalanta
Proiettile Dum-Dum, o pallottola a espansione che dir si voglia. Munizione usata nel passato e progettata per espandersi all’interno del bersaglio. Chissà se Simone Inzaghi ha mai letto George Orwell: secondo lo scrittore britannico il calcio – come ogni sport serio – sarebbe una guerra senza gli spari.
Beh, l’allenatore dell’Inter al contrario ha utilizzato l’artiglieria pesante anche nella semifinale di Supercoppa. Provando con le solite armi: la ThuLa, Dimarco e i centrocampisti centrali. Riuscendo però a sfondare il muro alzato da Carnesecchi con l’uomo che – forse – non ti aspetti: Dumfries al minuto 49. E poi ancora il numero due intorno all’ora di gioco. Dum-Dum appunto. E come il controverso proiettile, la doppietta della freccia olandese potrebbe aver scalfito molte più sicurezze dell’Atalanta rispetto a quanto si potrebbe pensare. Non è stata infatti solo una semifinale di Supercoppa, ma una vera cartina di tornasole per due delle tre duellanti in chiave scudetto.
L’Inter si guadagna un’altra finale di Supercoppa
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Qualcuno ha detto che l’attuale capolista non era più la squadra di settembre. Quella che prese quattro reti a San Siro. Probabilmente è vero, ma resta il fatto che senza i miracoli del loro estremo difensore – o con un Lautaro a regime – gli uomini di Gasperini sarebbero usciti dalla semifinale di Supercoppa ancora una volta con le ossa rotte. L’occasione di Scalvini infatti è stata casuale e le parate di Sommer sono arrivate a gara già messa in ghiaccio.
Qualche addetto ai lavori ha contestato poi le panchine di Ederson, Lookman e De Ketelaere: un altro punto (in prospettiva) a favore di Inzaghi che al contrario può permettersi il lusso di giocare (e farlo benissimo) tutto il secondo tempo con davanti un capitano da ritrovare e un Taremi ormai oggetto misterioso. L’Inter si è conquistata un’altra semifinale di Supercoppa quasi in scioltezza, ridimensionando così una squadra tanto osannata dalla critica italiana ed europea.
Il 2025 interista è iniziato con il piede giusto: la terza competizione nazionale per importanza ha ristabilito le gerarchie del gruppo di testa. L’importante però sarà concretizzare in campionato questo vantaggio psicologico nel più breve tempo possibile. E al di là di ogni asterisco.