Sul caso Lukaku l’agenzia Roc Nation, tutori del giocatore dell’Inter, su un quotidiano importante rimarca il suo secco no al razzismo.
La polemica a seguito del caso razzismo su Lukaku non tende a diminuire, anzi. L’agenzia Roc Nation, rappresentante legale dell’attaccante dell’Inter e della Nazionale belga, ha comprato una pagina del quotidiano La Gazzetta dello Sport per ribadire la propria posizione. I legali del giocatore, nei minuti successivi il fischio finale di Juventus-Inter in Coppa Italia, avevano già presentato un loro comunicato.
Ora vogliono ribadirlo tramite uno dei quotidiani più letti in Italia. L’Intento è forse quello di dare maggior sensibilità all’opinione pubblica italiana, poco sensibile a questa tematica. Da pare loro, infatti, il gesti di Lukaku non meritava l’espulsione ed hanno ritenuto insufficiente la punizione inflitta ai tifosi che hanno fatto versi razzisti nei confronti del centravanti nerazzurro.
Inter, il comunicato di Roc Nation sul razzismo verso Lukaku: “Ora basta!”
Sul caso Lukaku l’agenzia Roc Nation, tutori del giocatore dell’Inter, su un quotidiano importante rimarca il suo secco no al razzismo.
LEGGI ANCHE Inter, la Juve a caccia dei colpevoli sugli spalti dopo gli insulti a Lukaku
Dopo l’ennesimo scempio razzista all’Allianz Stadium, la Roc Nation si è attivata con un comunicato molto forte pubblicato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. Prima di questa, una grande solidarietà nei confronti dell’attaccante belga era provenuta da diverse personalità del mondo sportivo oltre che dai vari club in cui Lukaku ha giocato in precedenza. Ecco le il testo integrale della nota:
Nel calcio professionistico i giocatori neri sono stati spesso vittime di manifestazioni di odio durante le partite. Odio espresso tramite buu, ululati, riproduzioni del verso della scimmia, insulti razzisti e bucce di banana lanciate ai migliori atleti del panorama internazionale. Tutto ciò davanti agli occhi del mondo, davanti agli occhi dei bambini, davanti alle famiglie dei giocatori.
Nessuno ha dovuto affrontare alcuna conseguenza per questo comportamento atroce. Non è mai cambiato nulla in questi anni. Non è stata intrapresa alcuna azione capace di sconfiggere questa piaga.
Così alla fine le uniche persone ritenute responsabili sono i giocatori nel momento in cui reagiscono a questi comportamenti disgustosi subiti durante una partita.
Ora basta, adesso basta!”.
Odio = razzismo = ignoranza.
In un gioco che unisce le persone di tutto il mondo, dovremmo solo mostrare il meglio dell’umanità. Non c’è spazio per il razzismo. Non si può tollerarlo. L’Italia è meglio di così.
Siamo tutti migliori di questo.
Chiamiamo quindi a raccolta la comunità sportiva mondiale – giocatori, proprietari di squadre, artisti, brand e tutti i tifosi – per denunciare questi comportamenti razzisti e sensibilizzare gli haters riportandoli a un livello di civiltà più umano. Uno standard più decoroso, rispettoso e compassionevole.
La squadra più importante è la squadra umana. Lavoriamo insieme per tagliare fuori il razzismo dal gioco e metterlo in panchina, per sempre.
Ora la palla passa alle istituzioni competenti, che avranno il delicato compito di porre rimedio una volta per tutte a un fenomeno purtroppo ancora molto diffuso fra le tifoserie. In Italia, il dibattito è ora aperto: cosa faranno le varie FIGC, Lega Serie A e club coinvolti?