A parlare alla vigilia dell’ Euroderby tra Milan e Inter è stato Christian Eriksen, ex centrocampista nerazzurro e grande amico di Kjaer, difensore rossonero. Il danese ha parlato della partita, dichiarando di avere una preferenza sulla finalista.
Christian Eriksen, attuale centrocampista del Manchester United, durante la consegna di un premio a lui dedicato per il suo rientro in campo dopo il malore di Euro2020, ha parlato della semifinale di Champions League, che vedrà di fronte il suo grande amico Kjaer con il Milan e l’Inter, squadra nella quale il centrocampista danese militava al momento del malore.
Costretto purtroppo a lasciare l’Italia per via delle regole che non gli permettevano di riprendere l’attività agonistica, ha ritrovato il campo in Premier League, e ci ha messo poco a ritornare ai livelli che tutti conoscevano.
Milan-Inter, Eriksen: andare via era l’unica possibilità per tornare a giocare
Euroderby Milan-Inter, Christian Eriksen: in finale vorrei vedere
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L’ex Inter si trovava a ritirare un premio ai Laureus World Sports Awards e ha parlato di questa imminente doppia sfida, dichiarando di avere ottimi ricordi del periodo nerazzurro, e quindi spera che siano i suoi ex compagni di squadra a conquistare il ticket per la finale di Istanbul. Dall’altra parte del campo ci sarà però il suo grande amico e salvatore Simon Kjaer, compagno di nazionale di Eriksen, e per il quale quest’ultimo sarebbe comunque dispiaciuto se non dovesse riuscire a raggiungere la finale della massima competizione europea.
Eriksen ha poi proseguito parlando del suo addio ai nerazzurri, affermando che era l’unica soluzione possibile per permettergli di riprendere l’attività agonistica.
Ecco le parole complete del centrocampista danese:
All’Inter ho passato bei momenti e ho bei ricordi. Spero che nella semifinale contro il Milan i miei ex compagni vincano e raggiungano la finale anche se nel Milan gioca il mio amico Kjaer. Per lui mi dispiacerebbe, ma mi auguro che passi la mia ex squadra. Non sono arrabbiato con l’Inter per come me ne sono andato. Semplicemente quella era l’unica opzione perché in Italia le regole sono diverse rispetto all’Inghilterra e lì non potevo continuare a fare questa professione. Io volevo tornare a giocare e ho fatto in modo che ciò succedesse