Dopo lo schiaffo di Firenze l’Inter, brutta e fortunata, si prende tutta la posta in palio nel posticipo della ventiquattresima giornata: la reazione mentale c’è stata e quel che conta sono i tre punti che valgono oro
Un’autorete – sugli sviluppi di un corner inesistente – e la zuccata del redivivo Arnautovic. L’Inter dopo lo schiaffo di giovedì sera riprende la propria marcia superando, in questo scherzo del calendario, quella stessa Fiorentina che solo pochi giorni fa aveva dato una lezione di vecchio, sano calcio italico alla truppa allenata da Simone Inzaghi. I nerazzurri, decisamente più sul pezzo rispetto alla gara dell’Artemio Franchi, comunque non brillano. Ma conquistano tre punti d’oro che mettono pressione a un Napoli che negli ultimi 180′ di gioco ha palesato tutti i suoi limiti strutturali.
Una vittoria, quella di ieri sera, che di certo non avrà accontentato il tifoso dal palato fine (pazienza, per loro). Non è stata la miglior Inter della stagione, ma (forse) non è nemmeno questo il punto. In tal senso i prossimi dieci giorni – che vedranno la Beneamata impegnata solamente in campionato – saranno utilissimi per ritrovare il giusto smalto in vista del rush finale.
L’Inter conquista tre punti d’oro e mette pressione al Napoli
Inter, brutta e fortunata. Ma sono tre punti d’oro
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L’importante infatti era accorciare sulla capolista. E il ruggito di San Siro al triplice fischio è lì a dimostrarlo. Nel “ritorno” contro la Fiorentina l’Inter ha giocato maluccio, questo va detto. Dopo il “solito” palo è riuscita a sbloccare la contesa, ma solamente con una situazione fortunata. Si è quindi riuscita – ancora una volta – a complicare la vita, concedendo a una Viola stranamente remissiva il rigore dell’1-1 parziale (errore che al soldatino Darmian possiamo concedere). I nerazzurri sono stati però bravi a capitalizzare al massimo il momento più brillante della propria gara, ovvero l’inizio della ripresa.
Una vittoria di nervi. Sia tecnicamente che tatticamente la gara del Meazza ha avuto poco da raccontarci. Ottimo il ritorno di Acerbi, bene i subentrati (Zielinski, Zalewski). Ma di qui in avanti – con le avversarie che faranno le barricate anche per un solo pareggio – tante, tantissime partite si dovranno vivere sulla medesima falsariga. Allora teniamoci stretti questi tre punti: per il bel gioco ripassare quando torneranno a suonare le emozionanti note della Champions League. L’Inter in versione italiana si è rimessa in carreggiata: lo scudetto si (ri)conquista con il coltello tra i denti – e perché no, con un pizzico di fortuna. Quindi testa alla Juventus. Ci perdonino i puristi del tifo: adesso vincere (a Torino) non è importante. È l’unica cosa che conta.