Steven Zhang segue l’Inter in trasferta a Oporto per il ritorno degli ottavi di Champions: intanto a Hong Kong va in scena la prima udienza del processo
Sono settimane molto calde per l’Inter e, soprattutto, per il suo presidente Steven Zhang. Il numero uno nerazzurro vola con la squadra a Oporto, mentre, a Hong Kong si celebra la prima udienza del processo in cui è stato citato a giudizio dalla China Construction Bank. L’istituto cinese, tramite le vie legali, chiede a Steven di onorare il debito di ben 300 milioni di euro.
Come si legge su La Repubblica, però, la presenza di Zhang al processo non era obbligatoria. La Corte dello stato ha fissato altre due udienze il 24 aprile e il 10 maggio. Agli atti, in un procedimento parallelo, avviato a New York ci sarebbe anche l’audizione del numero uno nerazzurro. La terza causa, invece, ha come centro il Tribunale di Milano:
Una terza causa civile – sempre relativa al credito di 300 milioni di dollari che la banca punta a escutere – è stata avviata nei confronti di Zhang al tribunale di Milano. In questa sede, China Construction Bank Asia punta a rifarsi sugli asset del 32enne in Italia, a partire dalle azioni dell’Inter, che la famiglia Zhang detiene tramite una società lussemburghese.
Inter, Zhang rischia davvero il carcere?
Inter, Zhang segue la squadra a Oporto: ma a Hong Kong inizia il processo…
LEGGI ANCHE Verso Porto-Inter, Simone Inzaghi perde Gosens. Le condizioni
Zhang dovrà dimostrare di non aver nascosto dei beni ai suoi creditori. Il rischio, riportato anche da Calcio&Finanza, è quello di arrivare fino alla pena di reclusione di massimo tre mesi:
Nella documentazione depositata per la causa americana, riportata dal portale Calcio&Finanza, si legge: “Se la Corte ha accertato, a seguito dell’esame svolto, che il debitore della sentenza ha nascosto dei beni al fine di evitare l’adempimento della sentenza o della passività in oggetto delle sentenza, in tutto o in parte, o ha volontariamente omesso di rispondere a qualsiasi domanda, può, a sua discrezione, ordinare la reclusione del debitore per un periodo non superiore a tre mesi”. La teorica pena detentiva va intesa però come extrema ratio, e secondo quanto appreso da Repubblica sarebbe convertibile in una misura pecuniaria.