L’Inter vince, poi perde, magari pareggia. Insomma è tutta una questione di rimbalzo. Intanto Marotta si è segnato un nome per il futuro della panchina…
Negli ultimi tempi, in casa Inter, Simone Inzaghi è messo in discussione persino dalla società. Le parole di Giuseppe Marotta suonano come un attacco contro l’allenatore piacentino che, nonostante il suo ottimo cammino in Champions, la vittoria in Supercoppa e l’accesso in semifinale di Coppa Italia, ha conseguito già sette sconfitte in campionato.
Il secondo posto a -18 punti dal Napoli appare un’umiliazione, più ancora del cammino eccezionale degli Spalletti-boys.
I tifosi brontolano. Lautaro Martinez, al termine della brutta prova disputata col Bologna, ha puntato il dito contro la sua squadra la mancata intensità, facendo capire anche a Inzaghi che non è immune da responsabilità.
Io sono chiaro, con i compagni e davanti al microfono. Se c’è una cosa da dire, la dico. Il pensiero è che ora così non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo cambiare subito e avere più costanza. In Champions abbiamo disputato un’ottima partita, poi facciamo questa prestazione e non va bene. Adesso dobbiamo abbassare la testa e pedalare e tutti insieme per alzare il livello, perché così non si va da nessuna parte
I numeri non danno una mano, il corto circuito cui l’Inter va contro, dopo ogni grande prestazione, impone decise riflessioni. Dopo la vittoria sul Napoli ecco il pari contro il Monza. È vietato parlare della scellerata decisione di annullare il goal ai nerazzurri, perché è la prestazione che induce a particolari questioni di rimbalzo.
Inter, Marotta si è appuntato sul taccuino il nome di Thiago Motta…
Inter, una questione di rimbalzo. Intanto Marotta si è segnato un nome…
LEGGI ANCHE Inter, Javier Zanetti: Inzaghi non è colpevole, lo siamo tutti…
A Supercoppa conquistata ecco la caduta casalinga contro l’Empoli, ancora una vittoria al derby e pari contro la Sampdoria. Brindisi contro il Porto in Champions e alé, altro capitombolo con la squadra di Thiago Motta.
Ecco, a proposito. Il mister dei petroniani, anima nerazzurra del triplete del 2010, sta sfoggiando una serie di risultati da primo della classe. Dopo lo sfortunato epilogo di Sinisa Mihaloivic, l’ex ragazzo di São Bernardo do Campo ha preso in mano la squadra e ha cominciato a macinare punti.
Gioco spumeggiante, impostazione dal basso, pressing alto, gioco palla a terra e i movimenti senza palla sono il suo mantra. Sulla panchina del Bologna su 18 match ha raccolto 29 punti, velocità da salvezza piena. Con un litro in più nella borraccia, probabilmente annuserebbe anche l’Europa.
Un profilo interessante per i tifosi nerazzurri, afflitti da gastroenterite per quel continuo fluttuare che Inzaghi li ha abituati. L’italo-brasiliano, sicuramente, è finito sui taccuini di Marotta a cui non è sfuggito l’acume tattico e la determinazione con i quali i rosso e blu hanno piegato l’Inter e fatto soffrire le pene dell’inferno al Napoli.
Ora la palla passa al tecnico della Beneamata, il quale da qui alla fine del campionato dovrà limitare al massimo i risultati negativi. Con questi chiari di luna, la verità è una sola: arrivare a totalizzare un numero di sconfitte a doppia cifra, sarebbe un’onta difficile da cancellare. Anche per uno paziente come Matusalemme.