L’editoriale di Giovanni Capuano sulla situazione di Simone Inzaghi all’Inter, sempre sulla graticola ma a un passo dalla finale di Champions
Il grande paradosso è che l’Inter e il suo mondo non sappiano davvero se Simone Inzaghi sarà o no l’allenatore della prossima stagione. Anche se c’è un contratto ancora fino al 2024 e quella che entra nel suo mese conclusivo promette (rischia?) di essere un’annata di quelle da ricordare per sempre. Dovesse arrivare la finale di Istanbul (oltre è impossibile spingersi) e la conferma in Coppa Italia, insieme alla qualificazione alla prossima Champions League, superiore per risultati anche al 2021 dello scudetto di Antonio Conte.
Eppure Inzaghi rimane appeso al dubbio. Sarà lui il vecchio/nuovo tecnico dell’Inter? Marotta risponde “penso di sì”. Non “certamente sì” come sarebbe normale per un allenatore semifinalista e forse finalista di Champions League e collezionista di trofei. Che saranno minori rispetto allo scudetto perso in volata col Milan un anno fa, ma sempre trofei sono e per un club rimasto a secco per parecchio tempo dopo l’ubriacatura del Triplete qualcosa dovrebbero significare.
Inter, Capuano: il paradosso di Simone Inzaghi
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Il paradosso è che Inzaghi è stato messo sulla graticola più dentro l’ambiente Inter che fuori. Certo, in campionato ci sono state troppe sconfitte e un andamento incostante non giustificabile: però è evidente che il processo è stato istruito con troppa fretta e ora produce una situazione imbarazzante.
Si può discutere il miglior allenatore dell’Inter dopo Mourinho? A logica la risposta è no, nei fatti è quello che sta accadendo. Nella realtà Simone Inzaghi non solo merita la riconferma, ma anche la massima fiducia, un ovvio prolungamento di contratto, e anche che gli vengano recapitate le dovute scuse per il trattamento degli ultimi mesi. Accadrà?