Nello scarso rendimento dell’Inter ci sono tante colpe di Simone Inzaghi: il tecnico non ha fatto lo scatto necessario in questo secondo anno
In casa dello Spezia è arrivata un’altra, l’ennesima sconfitta di questa stagione dell’Inter. Otto k.o. in campionato sono decisamente troppi per una squadra che a inizio anno aveva il dovere di provare almeno a competere per lo scudetto e si è ritrovata – invece – a 18 punti dal Napoli capolista.
Le motivazioni di questo crollo dei nerazzurri sono molteplici e La Gazzetta dello Sport ha fatto la lista dei quattro principali capi di accusa verso Simone Inzaghi, forse il maggior responsabile di questa situazione.
Inter, Inzaghi e le accuse: dal modulo al mal di trasferta
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La cosa che salta più all’occhio è la scarsa motivazione che ha l’Inter nel giocare contro le cosiddette piccole. Due punti contro Monza, Sampdoria, Empoli, Bologna e Spezia sono un chiaro segno di come il tecnico non riesca a dare la giusta verve alla squadra, che perde in intensità e cattiveria. Un altro dato sconcertante è il rendimento in trasferta (Torna la Pazza Inter. Confronto tra il rendimento in casa e fuori).
L’Inter in casa ha totalizzato 33 punti su 39 disponibili, mentre fuori 17 su 39. Non vince dal 29 gennaio con la Cremonese e ha subito ben 24 goal: meglio solo di Cremonese e Salernitana. La squadra è pericolosamente sbilanciata e anche a La Spezia ha preso il primo goal su una ripartenza, con il centrocampo spaccato.
Gli altri due punti sono di ordine tattico. Inzaghi sta spremendo alcuni giocatori, come Henrikh Mkhitaryan e Francesco Acerbi, dimostrando una cattiva gestione delle forze. Kristjan Asllani e Raoul Bellanova non vedono più il campo, mentre altri come Brozovic e Lukaku faticano a entrare in condizione.
L’ultimo punto su cui insiste la Gazzetta è la prevedibilità tattica. Inzaghi è ancorato al 3-5-2 e raramente si è mosso da questo schieramento. A La Spezia ci ha provato, prima con un 3-4-1-2, poi con un 4-3-1-2, ma il tutto è apparso molto improvvisato. I dettami del tecnico – si legge – non hanno avuto un aggiornamento e il rischio è che i calciatori possano “sedersi sempre intorno agli stessi concetti”.