È la sera del 14 agosto 2023 e nell’umida calura romagnola al Dino Manuzzi di Cesena va in scena il primo turno di Coppa Italia. In campo maglie bianconere, ma non sono quelle dei padroni di casa: a causa dei lavori di ammodernamento dell’Alberto Picco, lo Spezia si ritrova costretto ad iniziare la stagione sulle lontane rive del Savio. Sulla panchina degli aquilotti siede Massimiliano Alvini. Così, durante la prima gara stagionale, l’allenatore toscano si confronta fittamente con un collaboratore, il fidato e giovanissimo vice – allora poco più che trentenne – Renato Montagnolo. Pochi seggiolini più in là trova invece posto un ragazzone arrivato da sole due settimane in prestito dall’Inter: Francesco Pio Esposito al minuto 77 farà il suo esordio tra i professionisti. Il portiere dei lagunari Joronen gli negherà per due volte la gioia del gol, con una grande risposta alla botta sotto la traversa e poi nella lotteria dei tiri dagli undici metri.
Ciao Renato, grazie innanzitutto per la disponibilità. Dal rigore sbagliato in Spezia-Venezia alla bella girata al Mondiale per club contro il River Plate. Tutto in due anni. Ti saresti aspettato una crescita così veloce – almeno per come siamo abituati in Italia – da parte di Francesco Pio Esposito?
Sinceramente sì, non ne ho mai dubitato. Ma non perché il mio occhio sia particolarmente affinato: già dal primo incontro abbiamo conosciuto un calciatore con qualità diverse e fuori dalla media. Voglia e mentalità poi erano già da giocatore vero. Stiamo parlando di un ragazzo che ascolta, vuole migliorarsi anche lavorando in palestra e prima delle sedute d’allenamento. Dove comunque spinge al massimo. Dopo la prima stagione se l’aspettava anche lo Spezia vista la conferma nonostante un’annata [il 2023/24, ndr] con pochi gol.
Renato Montagnolo: “sì, scommetterei su FPE”
Venti reti in cadetteria non sono affatto poche. E non si fanno per caso. C’è una particolare coincidenza per la quale tutti i grandi attaccanti del recente passato (Del Piero, Vieri, Filippo Inzaghi, lo stesso Toni, ma anche Immobile se vogliamo) prima di affermarsi nella massima competizione nazionale, sono esplosi nel campionato cadetto. Il paragone è azzardato o FPE ha le qualità per fare tutta quella strada?
Per caratteristiche fisiche Pio si avvicina di più a Vieri e a Toni. Ora, dire che possa fare tutta quella strada è impossibile, ovviamente. Tutto dipenderà da lui, dalla sua continuità sul lungo periodo. Ad ogni modo ci scommetterei: per come l’ho conosciuto oltre al talento ha voglia di lavorare.
Mi è capitato di vedere personalmente il numero 94 dell’Inter Francesco Pio Esposito un paio di volte, proprio nel vostro soggiorno al Manuzzi. La mia sensazione di allora era di un ragazzo acerbo, forse più dal punto di vista fisico che tecnico. A distanza di due stagioni possiamo dire che il percorso è stato netto. Ecco, in cosa può ancora migliorare?
Sicuramente oggi fisicamente è molto più prestante rispetto a due estati fa, appena uscito dalla Primavera. Merito suo, dell’impegno che mette nel lavoro. Deve migliorare in tanti aspetti e lui per primo ne è consapevole. Andrà in un campionato diverso, dove i tempi di giocata si accorciano rispetto alla realtà cadetta. Proprio nella rete contro il River Plate lo smarcamento, il controllo di palla e la velocità d’esecuzione, l’aver piazzato il pallone nella parte di porta non difesa dal portiere, hanno dimostrato che si può adattare a un contesto superiore. Il miglioramento verrà da sé, confrontandosi con giocatori di un altro livello in allenamento e nelle gare ufficiali.
Dalla Primavera dell’Inter al calcio dei grandi: il salto di Pio Esposito
Tu, mister Alvini e il vostro staff avete lanciato la nuova speranza del calcio italiano – come si dice in gergo – tra i grandi. Il passaggio dalla Primavera al calcio “vero” è forse lo strappo più difficile per un calciatore. In tal senso il vostro lavoro è fondamentale. Come si aiuta un atleta a non perdersi?
Più che meriti “diretti” per averlo fatto esordire io, il mister e lo staff abbiamo avuto la fortuna di incontrarci a La Spezia e di poterlo lanciare più volte dall’inizio. Come successo con altri giovani che potranno fare un buon percorso. I ragazzi si aiutano guidandoli e sostenendoli: venendo dalla Primavera non si hanno gli strumenti per affrontare le difficoltà, che sono fisiologiche. Per Pio il primo anno di difficoltà è stato il 2023/24, nei campionati giovanili il suo percorso è stato più semplice probabilmente. Ma ripeto: ha la capacità di ascoltare e di saper far propri i consigli ricevuti.
La rete dell’altra notte potrebbe aver cambiato il futuro di Esposito. Eppure, come sappiamo, le vie del calciomercato sono infinite. Quali sono i pro e i contro tanto di una sua permanenza all’Inter quanto di un ulteriore anno di apprendistato, questa volta in una squadra di Serie A?
Rimanere all’Inter, lavorare quotidianamente con Lautaro e Thuram, comporterebbe sicuramente grandi vantaggi. Fare un ulteriore anno di apprendistato può significare però avere più continuità, fare un minutaggio sicuramente importante. È giovanissimo, ma saprà prendere la decisione giusta.