Particolari burocratici e maglie che possono entrare nella storia. Questioni cromatiche, di precedenti e scaramanzia. E un interrogativo: chi gioca “ufficialmente” in casa in una finale secca su campo neutro? Per il quesito, ci pensa l’indicazione del tabellone a dare un riscontro preciso: PSG-Inter che si disputerà sabato 31 maggio a Monaco di Baviera – lo ricordiamo, semmai qualcuno se lo fosse dimenticato – vedrà i nerazzurri occupare la casella degli ospiti.
Preoccupazione di secondaria importanza, dirà il tifoso meno superstizioso. Eppure, in un mondo come quello del calcio indissolubilmente legato a riti, miti e tradizioni, anche la scelta della divisa di gioco può spostare qualcosa. Quantomeno gli umori dei giorni che precedono – diciotto per l’esattezza – la partita più importante della stagione.
PSG-Inter: Lautaro e soci con la terza maglia. Come Ronaldo al Parco dei Principi…
Così con la scelta della divisa spettante ai parigini – che indosseranno il “solito” blu scuro con banda rossa verticale contornata di bianco, mentre Gianluigi Donnarumma scenderà in campo in tonalità verde – la Beneamata ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Niente nerazzurro, quindi. Del bianco, colore “fortunato” nelle finali dalle grandi orecchie dei cugini milanisti, manco a parlarne, ovviamente. Gli dèi del pallone, d’altronde, vanno pur sempre rispettati.
Ecco allora pronto per Lautaro e soci il completo giallo. Colore della speranza, positivo ed energetico. Scelta sicuramente scaramantica: nell’unica caduta europea stagionale, quella di Leverkusen, venne usata al contrario la seconda maglia. Yann Sommer, invece, riproporrà l’arancione propizio, già visto nella semifinale contro il Barcellona. Attenzione di mourinhana memoria, se è vero che i colori forti mettono in difficoltà gli attaccanti.
C’è poi un precedente particolare, ancora una volta racconto di rimonte epiche e giocatori iconici: correva l’anno 1997/98 e l’Inter vinse la Coppa Uefa indossando proprio il terzo vestito. Quello – bellissimo per chi scrive – a bande orizzontali nere e grigie. Al Parco dei Principi le reti di Ivan Zamorano, Javier Zanetti e Ronaldo colorarono la notte di nero e d’azzurro: anche all’Allianza Arena quel che conterà sarà… non andare in bianco.