Massimo Moratti aveva un debole per i fantasisti mancini. Così, nonostante le prime soddisfazioni sul campo in termini di vittorie, quando nell’estate del 2007 Alvaro Recoba decise si salutare la truppa nerazzurra il presidente rimase con una sensazione di vuoto. O almeno, un po’ romantincamente, ci piace immaginarcelo così. Ecco che in un caldo calciomercato – quello del 2009, principio del Triplete – l’Inter sondò il terreno per Alessandro Diamanti: Alino – questo il suo soprannome fin dai tempi dell’esordio tra i grandi nella sua Prato – si trovò la strada sbarrata da un certo José Mourinho.
Calciomercato, quando l’Inter cercò Diamanti: ma Mourinho…
A rivelarlo è lo stesso ex calciatore alla Gazzetta dello Sport. «Moratti mi voleva lì. Quando mi chiamò pensai fosse uno scherzo: ‘Sei il nuovo Recoba, devi giocare per noi’. Poi arrivò Mourinho».
Appunto l’allenatore portoghese, non proprio il tipico profilo di tecnico aziendalista. Continua il diciassette volte azzurro: «Gli dissero che volevano prendere Diamanti e lui rispose ‘Diamanti chi?’. Voleva un nome diverso». Eppure ai tempi il suo profilo era gettonato tra le grandi dello Stivale: «Il Napoli mi cercò sia nell’estate dell’Inter sia qualche anno dopo. La Juve, invece, più avanti. Avevo il gruppo dei compagni di nazionale che spingeva per il mio trasferimento. Poi, però, Conte disse delle cose che non mi piacquero e rifiutai. E la notte dormii lo stesso, sia chiaro. Ero impulsivo, forse troppo, ma è andata bene così».
Trequartista vecchio stampo, Diamanti abbinava al suo sinistro fantasia e personalità, rendendo facili giocate – come l’esecuzione diretta in porta da tiri dalla bandierina – per altri impossibili.