Milan-Inter, una stracittadina che nessun tifoso nerazzurro dimenticherà: passerà alla storia come il derby della seconda stella…
“Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle”. Era il 9 marzo 1908 quando il pioniere dell’illustrazione pubblicitaria Giorgio Muggiani – socio dissidente del Milan e ideatore dell’Inter – pronunciava le storiche parole di fondazione. Non si sono viste le stelle sopra San Siro ma solo plumbee nuvole cariche di pioggia. Ma sotto lo stesso cielo, di fronte a quel rossonero ripudiato dal primigenio nucleo di soci, centosedici anni più tardi ci hanno pensato Lautaro e soci a dare forma reale al sogno del caricaturista milanese.
È lo scudetto vinto in casa del nemico, giusto per citare i ragazzi della Curva Nord. Ma anche la stella personale dell’amministratore delegato Giuseppe Marotta, il frutto dei capolavori tattici – dopo le tante critiche delle passate stagioni – di Simone Inzaghi. È la vittoria del blocco italiano (Acerbi, Bastoni, Darmian, Barella, Frattesi, Dimarco) che in estate darà manforte anche a Spalletti, la miglior rivincita possibile per Calhanoglu, regista principe di questa Inter. È il tricolore delle piacevoli scoperte – su tutti Thuram, ma anche Bisseck, Carlos Augusto, l’Asllani 2.0 – e dell’usato assicurato, ovvero leggere alle voci Sommer e Mkhitaryan. Lo strapotere di un difensore (Pavard) pagato come un centravanti e che fa girare la squadra come il migliore dei centrocampisti.
Milan-Inter, una stracittadina che passerà alla storia
Milan-Inter, qui si è fatta la storia (piccola e grande)
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E poi ogni singolo tifoso. Allora dimenticatevi del mancato scudetto 2021/22, cancellate ogni riferimento del 6-0, portate via dalla memoria il primo possibile derby tricolore, quello del 4 maggio 2008. Milan-Inter del 22 aprile 2024 ha riscritto la storia: tanto la grande, quanto la piccola. Quella di ogni tifoso – da stadio, da bar, da salotto – che martedì mattina dovrà recarsi a scuola o al lavoro al cospetto di compagni e colleghi milanisti. Perché alla fine il bello del pallone è proprio questo: gioire per i successi della propria squadra e al contempo canzonare – anche pesantemente – gli avversari più stretti quando perdono. E questo derby, ne siamo certi, diventerà così l’apoteosi dello sfottò. Ed è giusto così, altrimenti – con tutto il rispetto – ci saremmo appassionati al tennis o alla Formula Uno.
Milan-Inter, storia di un sogno (il nostro) e di un incubo – il loro. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Delle due stelle.