Sull’Inter di Simone Inzaghi è arrivata una tempesta VAR. Una di quelle violentissime. Ma prima di noi ha aiutato altri…
Una tempesta. Questo è stato il finale di Inter-Hellas Verona. Ma per uscire da ogni isteria conviene accomodarsi al centro del tifone che l’ha generato. Lì dentro, come si sa, regnano il silenzio e le quiete assoluti. Ecco, da lì dentro, ventiquattr’ore dopo le polemiche, due o tre cose si riescono a pensare.
Prima cosa: al di là dei commenti di certa stampa che, per ragioni di vendite deve solleticare la pancia dei suoi lettori di riferimento, non esiste alcun complotto a favore dell’Inter. Se “dall’alto” – come titola farsescamente “Tuttosport” – si fosse davvero mirato a favorire l’Inter, bè, non gli si avrebbe decretato contro un rigore sicuramente non solare al minuto 100, ben oltre il recupero.
Seconda cosa: in occasione del fallo di Darmian su Magnani giudicato meritevole di massimo penalty (poi sbagliato da Henry) c’è anche un fallo del portiere del Verona Montipò su Calhanoglu, passato quasi sotto silenzio.
Passando sul supposto fallo di Magnani su Arnautovic non considerato tale in occasione del goal del pareggio del Verona, si va dritti al caso Bastoni. Siamo chiari: il fallo è evidente (non da rosso, ma tale resta: Bastoni colpisce Duda sulla spalla, ma Duda – in modo scorretto – fa intendere di essere stato colpito al volto), il goal andava annullato. Su questo non ci piove.
Ma a questo punto si solleva un altro problema: cosa diavolo ha portato gli addetti al Var a prendere una decisione del genere, cioè di non decidere? Come non hanno potuto vedere un fallo così evidente? Ecco, gli interessati dovrebbero spiegare alla pubblica opinione le motivazioni di questa scelta.
Inter, il Var non vuole bene solo a noi. Ricordatevelo…
Inter, una tempesta VAR sulle nostre teste… Ma colpisce tutti!
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Da qualche tempo il Var ci sembra accomodato a non disturbare il prestigio dell’arbitro. La star col fischietto va smentito solo in poche e determinate occasioni. Quando invece il Var dovrebbe essere l’elemento che aggiusta senza alcun pudore gli svarioni e le disattenzioni dell’arbitro. Il nostro sospetto è che, da un po’ di tempo, l’AIA abbia confezionato un modus operandi non ufficiale dove la regola principe è mantenere l’uomo col fischietto al centro dei giochi. Il ruolo dell’arbitro, invece, nei casi sospetti, dovrebbe essere (a nostro avviso di appassionati di calcio) quello di valutare l’entità degli impatti tra i giocatori. E, come nel caso del fallo di Bastoni, deve essere senza alcuna possibilità di dubbio chiamato a valutare il fatto davanti al monitor.
Chiudiamo con una considerazione: il Var si è rivelato clamorosamente cieco di fronte a falli e gestualità violente del difensore della Juve Gatti nel recente passato, e nessuno sembra essersi stracciato le vesti per quei fatti. Discutiamo anche di quello, se il tema è “il Var cieco”.
Infine, la partita. L’Inter sembra in calo, Calhanoglu da un mese non è il regista e il faro che faceva brillare le pupille al popolo interista. Lautaro ha dimostrato di essere fondamentale per il raccordo tra centrocampo e attacco, e dunque per la manovra interista. Arnautovic e Sanchez sono imbarazzanti comparse senza alcuna utilità per le sorti dell’Inter. Una punta di riserva serve quanto l’ossigeno, speriamo che un miracolo lo porti ad Appiano entro la fine del mercato di gennaio. Icardi? No grazie: fino alla fine della stagione serve uno spogliatoio unito. Ora l’Inter ha di fronte un ciclo abbastanza duro, dove potrebbe anche perdere il primato in vetta. In più, si aggiunge il fattore “asterisco”: si salterà la partita con l’Atalanta per ragioni di Supercoppa. Il fantasma di Bologna, di Radu, del retropassaggio di Perisic al portiere dell’Inter sono un film horror che ancora urtica la memoria degli interisti. Non facciamoci del male.