L’Inter nella sua versione più pazza vince anche contro il Venezia e mette nel mirino il sorpasso al Napoli: a San Siro è successo tutto e il contrario di tutto
Che l’interismo sia severamente vietato ai deboli di cuore lo si sapeva già. Il problema è che, semmai, nel bene e nel male, questa squadra continua a stupire. Si può dominare in lungo e in largo una gara, sprecare a ripetizione, rischiare di andare sotto, segnare, non chiudere la partita, subire una rete all’ultimo secondo di gioco e vincere “solamente” per 1-0? Sì, se ti chiami Inter. Ovviamente quel che conta, alla fine, è il risultato: ovvero aver risposto alla vittoria della Juventus e sfruttato al meglio il tonfo casalingo del Napoli capolista. Tre punti che – insomma – valgono doppio.
Anche perché – con il passare dei minuti – iniziavano a mettersi in fila tutti i presupposti per il più classico dei passi falsi. Senza posizionare il pullman davanti alla propria area il Venezia – come si suol dire – ha fatto la partita che doveva fare. Ad alzare il muro ci ha pensato semmai quel Filip Stankovic, in prestito con diritto di riscatto, che a un certo punto della partita sembrava insuperabile. Non solo, anche dopo la rete di Lautaro ha continuato il suo personalissimo show, contribuendo – insieme agli errori degli avanti nerazzurri – a tenere viva la partita.
Contro il Venezia l’Inter torna nella sua versione più pazza
Inter, sei pazza. Ma queste vittorie valgono doppio…
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Certo, se non fosse stato per un paio di fuorigioco “tecnologici” (sul gol annullato a Mkhitaryan e sull’azione che avrebbe portato al rigore solare sul tiro di Taremi siamo oltre al millimetrico) la disputa si sarebbe risolta ben prima del centesimo giro di lancette. Minuto in cui il Var ha visto – l’assistenza video da, l’assistenza video toglie – l’impercettibile tocco di polso di Sverko. Se poi vogliamo metterci dentro anche le due grandi parate di Sommer – le parole del mister nel post Inter-Juventus evidentemente sono servite – il quadro di una partita allo stesso tempo irrazionale ma vinta con merito può considerarsi completo.
Sette vittorie nelle ultime otto gare. Adesso una (doppia) prova del nove. Mercoledì per l’allungo in Champions League – a San Siro arriva l’Arsenal, a quota sette come i nerazzurri – e domenica sera per completare l’operazione sorpasso. Serve il cambio di passo, ossia due vittorie contro due grandi squadre: al netto di qualche fisiologica difficoltà, il ritmo degli uomini di Simone Inzaghi sembra essere davvero quello giusto…