Ora in Casa Inter c’è pure il problema chi tira dagli undici metri. Sicuramente Lautaro Martinez non deve più tirare un rigore in vita sua…
Otto sconfitte su ventisei partite di campionato disputate. Gli episodi, gli sprechi sotto porta, il caso, il fato, le cavallette. Ci si può nascondere tra le pieghe di qualsiasi spiegazione (come il delirante Dumfries che, nel secondo tempo di Spezia-Inter prima guadagna un rigore sacrosanto e poi ne provoca un altro, altrettanto sacrosanto, con stolidità imperiale), ma la realtà è che non ci sono margini di miglioramento.
L’Inter in trasferta è sempre uguale a sé stessa. Anzi, peggio: è sempre uguale al suo allenatore. La società sembra averlo capito e non ci vuole il Genio della Lampada per capire che, se non si passerà il turno in Champions, per il tecnico piacentino la parola “capolinea” è bella che scritta nel suo destino.
Colpa sua se i giocatori sbagliano in campo? Sì. Colpa sua se Lautaro Martinez decide di tirare dal dischetto, in una trasferta che una buona volta si dovrebbe portare a casa, e passa davanti a un basito Lukaku, che cerca di appellarsi con lo sguardo all’allenatore, il quale pavidamente, immaginiamo noi, si nasconde da qualche parte tra la panchina e le borracce? Sì.
Quando le partite in trasferta sono una malattia cronica, la cura dei dettagli è fondamentale: e se la casistica dice che Lukaku non sbaglia mai, e Lautaro ha un rapporto coi rigori paragonabile a quello che Fidel Castro aveva con le libere elezioni, allora tira Lukaku. Punto. E se Lukaku ha le vertigini, tira Chalanoglu. Perché Lautaro, davvero, è uno strazio dal dischetto.
Inter, Lautaro Martinez non può essere il primo rigorista…
Inter, Lautaro Martinez non deve più tirare un rigore in vita sua…
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L’Inter avrebbe potuto (e dovuto) vincere questa partita con due gol di scarto, minimo. Ma perde. Leonardo Semplici, tecnico spezzino, fa il suo mestiere e, nel secondo tempo, risistema la squadra, che nel primo traballava di fronte alle folate (sterili) dei nerazzurri.
Perché il mondo è pieno di tecnici che pensano, studiano, cambiano moduli in corsa, attraversano i periodi di crisi (vedi Pioli) e insomma cercano di avere un ruolo diverso da una pianta d’arredamento.
Tutto qui. Che questa stagione finisca presto, con meno danni possibili. La tifoseria è esasperata. La società, tra le righe, pure…