Inter, un crollo in 55 giorni: dall’euforia col Barcellona al dramma Mondiale
L’Inter ha vissuto un’ascesa vertiginosa e una caduta rovinosa in appena 55 giorni. Il crollo avuto dalla squadra negli ultimi due mesi è stato oggetto di approfondimento su La Gazzetta dello Sport, partendo dalle origini del tracollo neroazzurro. Il 6 maggio 2025, i nerazzurri travolgevano il Barcellona a San Siro, conquistando la finale di Champions League con un epico 4-3. Lautaro Martinez, Acerbi e Frattesi erano gli eroi di una notte che sembrava l’inizio di una stagione trionfale. La squadra di Inzaghi, reduce da tre ko consecutivi, trovava nuova linfa, sognando scudetto e coppa. Ma il sogno si è infranto: zero titoli, spogliatoio spaccato e l’addio di Inzaghi all’Al Hilal. La finale di Champions, persa 5-0 col Psg, ha segnato l’inizio del declino, culminato con l’eliminazione agli ottavi del Mondiale per Club contro il Fluminense.
Una squadra stanca
Il ko col Fluminense (0-2) ha evidenziato i limiti di una squadra stanca e disunita. Le parole al vetriolo di Lautaro, che ha criticato i compagni assenti come Calhanoglu, hanno acceso tensioni. Il turco, infortunato, ha risposto sui social, accusando il capitano di scarsa leadership. Il “like” di Thuram al post di Calhanoglu ha confermato la frattura nello spogliatoio. La stagione, con 63 partite giocate, ha logorato i nerazzurri, incapaci di reggere il ritmo. Marotta, ora, deve gestire un mercato complesso: Calhanoglu verso il Galatasaray, Dumfries su cui gravita una clausola da 25 milioni.
La strada in salita per il progetto di Chivu
Il futuro dell’Inter è un rebus. Chivu, subentrato a Inzaghi, deve ricostruire un gruppo privo di coesione. Le cessioni di Calhanoglu e forse Dumfries porteranno liquidità, ma il rischio è perdere competitività. Lautaro, nonostante il ruolo di capitano, ha diviso lo spogliatoio con le sue parole. I tifosi, passati dall’euforia di maggio alla delusione di luglio, chiedono chiarezza. Il ritiro del 20 luglio sarà cruciale per ricompattare la squadra. Marotta punta su talenti come Bonny e Leoni, ma serve un progetto solido. L’Inter, che sembrava pronta a dominare, deve ora rialzarsi da un crollo mentale e tecnico.