Inter, si allunga la fila di giocatori che accusano Zhang di non mantenere le promesse fatte come Biraghi: “Avrei dovuto restare, ma poi…”.
L’Inter può lasciare bei ricordi a chi ci ha giocato e chi ha anche allenato. Spesso diversi ex giocatori (ma anche allenatori) sentono la mancanza del tifo nerazzurro pur avendo fatto un periodo breve ad Appiano Gentile. Lo slogan spesso utilizzato dalla Curva nord nei confronti di questi sportivi, che abbiano vinto o no, è: “Interista una volta, interista per sempre“.
Malgrado ciò, non sempre tutte le avventure finiscono bene e con questa proprietà che lascia alquanto perplessi circa i piani futuri succede un po’ troppo spesso di lasciarsi in malo modo. E’ il caso di Cristiano Biraghi. L’ex terzino sinistro, cresciuto nelle giovanili dell’Inter, sulle pagine de Corriere dello Sport ha lanciato un J’accuse! a Steven Zhang per l’inadempienza delle promesse fatte:
Il mio trasferimento doveva essere definitivo ma dopo il Covid i conti di Zhang in Cina sono stati congelati e la società ha deciso di prendere Kolarov e Darmian a titolo gratuito
Inter, non solo Biraghi: da Mancini a Ranocchia, quanti addii al veleno con Zhang!
Inter, si allunga la fila di giocatori che accusano Zhang di non mantenere le promesse fatte come Biraghi: “Avrei dovuto restare, ma poi…”.
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Le parole al vetriolo di Cristiano Biraghi nei confronti di Zhang rappresentano solo l’ultimo di tanti addii consumati male dell’Era Suning/Zhang. Il primo fu quello dell’attuale c.t. della Nazionale Roberto Mancini, a pochi giorni dall’inizio del campionato e con la nuova proprietà appena arrivata. Il mister jesino si diceva insoddisfatto del mercato fatto e della poca organizzazione in società, con la famosa frase:
Qui non si capisce chi comanda…
Nel corso degli anni altri strappi si ebbero con altri allenatori. Luciano Spalletti, messo alla porta nel 2019 dopo una stagione travagliata a causa del caso Icardi, denunciava il mancato acquisto di un giocatore nel gennaio 2018. Il Covid era ancora lontano, eppure in un post-partita, l’attuale mister del Napoli sbroccava così:
Lo sa anche mia mamma che ha 80 anni che mi manca un centrale. Dovevamo fare mercato in estate e poi non s’è potuto più fare perché è uscito fuori un problema
L’addio si è consumato anche con dirigenti come Walter Sabatini, che ha ricoperto anche incarichi importanti per la squadra cinese dello Jiangsu, all’epoca del gruppo Suning come l’Inter. Disse qualche anno dopo:
Non vedevo l’entusiasmo giusto. Non dico che un proprietario debba essere fanatico, ma un po’ tifoso sì…
Ancora più diretto è stato Antonio Conte. Il tecnico leccese, già al primo anno, lamentava di aver ricevuto poca tutela da parte della società (= proprietà) circa i continui attacchi anche gravi (come l’episodio della pallottola ricevuta in una lettera). Disse così dopo la fine del campionato 2019-20:
Ho trovato scarsa protezione da parte del club nei nostri confronti. Se si vuole ridurre il gap con la Juventus, bisogna essere forti in campo ma soprattutto fuori…
Prima di Biraghi aveva osato esprimersi anche Andrea Ranocchia, che in un’intervista di recente ha affermato che il suo rinnovo improvvisamente è stato tolto dai piani con parole piuttosto sibilline:
Quando ci confrontammo la società non conosceva ancora il budget a disposizione, non aveva ancora programmato il futuro
