In mezzo a tante domande, una certezza: con il calciomercato momentaneamente in stand-by per ovvi motivi, sappiamo che l’Inter andrà al Mondiale per Club con l’allenatore della stagione 2025/26, Simone Inzaghi o non Simone Inzaghi. La dirigenza attende una risposta – che probabilmente arriverà in giornata – dal tecnico piacentino. E, se come sembra trapelare da certa stampa, divorzio dovrà essere, i piani alti della dirigenza nerazzurra hanno già pronta le gerarchia dell’eventuale piano B.
Fuori uno: come ben sappiamo la prima scelta del presidente Giuseppe Marotta – Massimiliano Allegri – ha già fatto ritorno al Milan. Piace (e molto) agli uomini di Oaktree lo spagnolo Cesc Fabregas (già giocatore di caratura internazionale e oggi emergente tecnico del Como), apprezzato – in particolar modo da Piero Ausilio – il profilo di Roberto De Zerbi. Il quale non avrà il pedigree dell’ex centrocampista campione del mondo 2010, ma rispetto al collega qualche anno in più di esperienza in panchina l’ha già maturato. Dopo la gavetta tra Serie D e Lega Pro in particolar modo il bel triennio al Sassuolo e all’estero Shakhtar Donetsk, Brighton e Olympique Marsiglia (dove è stato comunque confermato).
Addio 3-5-2? Come cambia il calciomercato dell’Inter senza Simone Inzaghi
Dopo un lustro di onorato servizio – sempre che Simone Inzaghi non decidesse di dare continuità al progetto – si prepara quindi ad andare in pensione l’ormai storico 3-5-2, “in servizio” sul rettangolo verde di San Siro da un lustro abbondante. Da Antonio Conte in avanti, per intenderci.
Come cambierebbe quindi il calciomercato dell’Inter in caso di addio di Simone Inzaghi? Sia Fabregas che De Zerbi (più lo spagnolo che l’italiano per la precisione) prediligono schierarsi con la difesa a quattro. E fin qui poco cambia: ai centrali puri – Acerbi e De Vrij – andrà comunque aggiunto il titolare del futuro prossimo. E se Pavard, Bisseck e Bastoni potrebbero disimpegnarsi sia da centrali che da terzini, Denzel Dumfries tornerebbe alle origini. Ovvero esterno basso di difesa, come sul fronte opposto Carlos Augusto.
In mezzo e davanti
Con l’incognita del futuro di Mkhitaryan (l’armeno si ritirerà?) in un ipotetico 4-2-3-1 ecco Calhanoglu, Barella, Zielinski e Sucic a giocarsi due maglie. Mettiamoci anche Davide Frattesi: però, come già fatto in nazionale il numero sedici sarebbe da valutare come centrocampista avanzato “fisico”, di lotta e di governo. E – soprattutto – d’inserimento. Manca all’appello un trequartista puro, un nuovo Nico Paz, tanto per intenderci.
Capitolo ali: alto a sinistra, con meno compiti prettamente difensivi, Dimarco potrebbe tornare… il vero Dimarco. E a destra il nuovo arrivo Luis Henrique si troverebbe già nel suo ruolo naturale – velocizzando così il tempo di apprendistato, fisiologico per tutti nel calcio italiano. Con Zalewski impiegabile su entrambe le corsie, il vero jolly (già in rosa) su tutto il fronte d’attacco risponde al nome di Markus Thuram. Ma un altro esterno servirebbe comunque. A Lautaro Martinez, infine, andrebbe affiancato un sostituto di altissima qualità.
Al netto di eventuali cessioni – e richieste particolare della nuova guida tecnica: un difensore centrale, un trequartista, un altro esterno e il centravanti di scorta. Oaktree avrà voglia e forza d’investire?



