L’area sportiva dell’Inter ha conosciuto gli uomini di Oaktree, i quali, come Mourinho, si sono presentati parlando in italiano…
È andata in scena nella giornata di martedì la prima, vera, riunione di lavoro tra l’area sportiva dell’Inter e gli uomini – per così dire – europei di Oaktree. Nella mattinata è stato Giuseppe Marotta a fare gli onori di casa. Per l’occasione l’amministratore delegato ha presentato alla nuova proprietà il diesse Piero Ausilio e il suo braccio destro Dario Baccin.
Nel pomeriggio è stato invece il turno del mister. Simone Inzaghi ha incassato i complimenti per la seconda stella. E – come ampiamente previsto – ha avuto le rassicurazioni di cui aveva bisogno per continuare a pensare in grande. Nessun pezzo pregiato verrà sacrificato e si continuerà sulla vincente falsariga degli ultimi mesi. I tagli (secondari ma oculati) serviranno a finanziare gli obiettivi di mercato e sul fronte rinnovi priorità a capitan Lautaro – per Barella si deve solamente limare qualche dettaglio.
Inter, Oaktree si presenta…come Mourinho
Inter, parliamo la stessa lingua: Oaktree come Mourinho?
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Sul fronte Oaktree, invece, erano presenti Carlo Ligori (area investimenti del gruppo statunitense) e Roberto Meduri. Quest’ultimo ha curato il finanziamento a Suning e – nei giorni scorsi – il cambio di proprietà. In Viale della Liberazione c’erano anche il catalano Alejandro Cano e la britannica Katherine Ralph, entrambi possibili componenti del nuovo Consiglio d’Amministrazione.
A proposito, la Gazzetta dello Sport riporta un piccolo – ma importante – particolare. Nonostante la presenza, per così dire, europea le riunioni di ieri si sono svolte interamente in lingua italiana. Abituati al buon Steven Zhang e ai suoi messaggi in inglese, un gradito cambio di passo (almeno dal punto di vista di chi scrive).
Non può quindi che tornare alla mente la prima, storica, uscita pubblica di José Mourinho. A quel 3 giugno 2008 quando lo Special One ci fece sapere in un sorprendente (e perfetto) italiano che no, non era un pirla. Precedente beneaugurante. Perché, quella volta, sappiamo tutti com’è andata a finire…