Vi ricordate quando il presidente Ernesto Pellegrini si comprò l’Alcione per giocare a pallone? Ora è la terza squadra di Milano
C’è l’Inter, c’è il Milan. E c’è anche l’Alcione. La terza squadra di Milano. Lo è diventata grazie alla storica promozione in Serie C conquistata otto mesi fa. Un traguardo raggiunto dopo 72 anni di vita e impensabile anche solo fino al 2017 quando gli orange erano in Promozione.
Un campionato da protagonista tanto da meritarsi un servizio da quattro pagine su SportWeek di Natale.
La storia racconta che “l’Alcione è stata fondata in uno scantinato di viale Mar Jonio il 20 gennaio 1952 per volontà di Ennio Di Ponzio, dipendente della Siemens che aveva trasferito il sito produttivo Olap in zona San Siro. Il nome e i colori sociali furono ispirati dal piumaggio del martin pescatore europeo, piccolo uccello dalle tinte sgargianti (arancione e blu), soprannominato comunemente alcione. La mission? “Raccogliere dalla strada igiovani, riunirli o ricrearli in ambienti sani”, recitava lo statuto. “E avviarli a un’utile pratica sportiva nel gioco più bello del mondo: il calcio”. Un obiettivo tuttora valido che oggi sitraduce in oltre 400 tesseratitra prima squadra, Primavera, 20 formazioni giovanili e circa 70 collaboratori…”.
Una bella storia quella raccontata dallo storico inserto della Gazzetta dello Sport.
Visto che non mi facevano giocare, comprai l’Alcione, Terza categoria
Così disse Ernesto Pellegrini, presidente dell’Inter dal 1984 al 1995, ricordando quando nel ’68 aveva deciso di acquisire la società dopo aver letto un annuncio sul quotidiano La Notte.
Mi piacevano le persone che sacrificavano il loro tempo per aiutare i ragazzi a spiccare il volo…
Il presidente Ernesto Pellegrini comprò prima l’Alcione poi l’Inter…
Vi ricordate quando Ernesto Pellegrini si comprò l’Alcione? Ora è la terza squadra di Milano
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Con la maglia arancione dell’Alcione ci ha il campione del mondo 1982 Giuseppe Dossena, Amerigo Paradiso, Davide Corti e Alessandro Pistone, quel Pistone che nell’Inter Roy Hodgson preferì a Roberto Carlos.
E poi? “E c’è l’Airone, Andrea Caracciolo, arrivato all’Alcione nel ’96 come difensore – racconta ancora SportWeek – e uscito due anni più tardi da giocatore offensivo fino a diventare il miglior marcatore della storia del Brescia (179gol) e terzodi sempre in Serie B, con 132 reti più 3 in incontri di playoff. Altri calciatori usciti da questo club sono Lorenzo Dickmann del Brescia e, soprattutto, Nicolò Rovella, entrato nel giro della Nazionale e tra i protagonisti della Lazio d’alta quota di Baroni”.
Oggi, l’Alcione è saldamente nelle prime posizioni della classifica del Girone A e, sin qui, è la migliore neopromossa della stagione. Un piccolo-grande miracolo firmato dai presidenti Marcello Montini e Giulio Gallazzi.
Quanta Inter che c’è anche in questo Alcione…
L’attaccante di forza dell’Alcione di oggi è Simone Palombi. Un attaccante cresciuto nel settore giovanile della Lazio. E proprio a Roma è stato allenato per cinque anni, dagli Allievi alla SerieA, da quel Simone Inzaghi che oggi, due chilometri più in là, siede sulla panchina dell’Inter.
Siamo cresciuti insieme e ci sentiamo tuttora. È rimasto la persona di sempre e credo che questo sia il suo punto diforza. Oltre alle capacità tecniche, quando arrivi ad allenare un top club, la parte umana fa sempre la differenza…
Sulla fascia sinistra degli arancioni corre Christian Dimarco, fratello minore di Federico,top player nerazzurro.