In occasione della finale di Champions League Inter-Psg che andrà in scena sabato 31 maggio a Monaco di Baviera. L’Equipe, ha contattato cinque calciatori francesi con un passato in nerazzurro. Il primo episodio ha avuto come protagonista Sebastien Frey. Il portiere francese ha giocato per molti anni in italia collezionando presenze soprattutto con le maglie di Parma, Fiorentina e Genoa. Tuttavia la carriera italiana del portiere iniziò nel 1998 proprio con la maglia dell’Inter dove raccolse 47 apparizioni prima di passare nel 2001 al Parma. Ecco le sue parole sulle colonne dell’Equipe.
Frey ha raccontato il suo arrivo a Milano dalla Francia e la sua grande ammirazione per Angelo Moratti, all’epoca presidente del Club. “L’Inter è stato il mio primo amore nel grande calcio. Sono arrivato a 18 anni dal Cannes. Era l’era del presidente Massimo Moratti, una figura grandissima, un leader vicino ai suoi giocatori. Ricordo che salvò la vita di Kanu pagandogli un’operazione al cuore negli Stati Uniti per un problema riscontrato al momento del suo acquisto”.
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Continuando su Moratti. “Il suo club era anche la sua famiglia. È ancora un onore aver vissuto quest’epoca e aver fatto parte di questa leggenda. Fu un periodo meraviglioso, ma con il rammarico di non aver vinto più titoli. Ma mostra anche cosa era la Serie A, cosa rappresentava il calcio italiano, il Calcio, probabilmente il campionato più importante del mondo. L’Inter era un mostro sacro. Lì ho imparato il rigore e il lavoro. In ogni allenamento, in ogni partita, giocavi per vincere! Ho assorbito questa mentalità”.
“Una partita è rimasta particolarmente impressa nella mia memoria: quella contro il Real Madrid in Champions League. Ero in panchina con Gianluca Pagliuca in porta. Abbiamo vinto 3-1. Mi è sembrato che San Siro fosse esploso dopo l’ultimo gol! Era un cratere con uno stadio gremito di oltre 80.000 persone. Fu allora che mi dissi che dovevo rapidamente diventare un titolare di questa squadra. Sembrava che San Siro stesse per crollare.”