Si avvicina la trentaduesima giornata di Serie A: Inter-Cagliari è il classico appuntamento di fine stagione dove la corsa scudetto si incrocia con la lotta salvezza. Una partita che qualche anno fa valeva la finale di Coppa Uefa…
Neanche il tempo di gustarsi l’italianissima vittoria dell’Allianz Arena che il campionato torna a bussare alla porta dell’Inter. Nel tardo pomeriggio di domani in quel di San Siro – che si prepara ad ospitare l’attesissimo ritorno dei quarti di Champions League – arriverà il Cagliari allenato da Davide Nicola, specialista delle salvezze impossibili. Sebbene la classifica dei sardi non sia così disperata (vantaggio di sei punti sull’Empoli terzultimo, impegnato lunedì sera proprio a Napoli), quella del Giuseppe Meazza non si prospetta come una semplice passeggiata di salute: le ultime uscite in Serie A contro le piccole – Monza e Udinese in casa, la trasferta di Parma – dovrebbero aver insegnato qualcosa.
Esattamente un anno fa – era il 14 aprile, turno precedente allo “scudetto in faccia” – d’altronde i rossoblu riuscirono ad impattare a Milano per 2-2. Scongiuri d’obbligo quindi, nonostante uno storico che arride largamente alla Beneamata. Ma tra gli altri, c’è un Inter-Cagliari che vale la pena ricordare: è quello della stagione 1993/94. Annata disastrosa nel contesto italiano – i nerazzurri si salvarono solo alla penultima giornata, concludendo un punto sotto agli isolani – trionfale nelle terre del Vecchio Continente. Stiamo infatti parlando della stagione che portò in dota la seconda Coppa Uefa: in semifinale il Biscione superò proprio la sorprendente compagine sarda.
Correva l’anno 1993/94, Inter-Cagliari per la finale di Coppa Uefa
Verso Inter-Cagliari: un clamoroso precedente europeo
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Trascinato dalle reti di Lulù Oliveira e Dely Valdes nei quarti di finale il Cagliari si tolse lo sfizio di eliminare la Juventus, vincendo sia in casa che a Torino. Colpi interisti dell’estate 1993 gli olandesi Dennis Bergkamp e Wim Jonk invece non si ambientarono mai totalmente nel contesto italiano. Eppure sul percorso europeo di quella stagione troviamo ripetutamente la loro firma: Rapid Bucarest, Apollon Limassol, Norwich City e Borussia Dortmund.
Così il 30 marzo va in scena la semifinale d’andata. Al Sant’Elia l’Inter passa in vantaggio due volte: tra le reti di Davide Fontolan e Ruben Sosa il momentaneo pareggio del sopracitato Oliveira. Ma i nerazzurri crollano negli ultimi 10’, colpiti da Antonio Criniti e Giuseppe Pancari. Tutto rimandato al ritorno, da giocarsi due settimane più tardi alla Scala del calcio.
Per la regola del gol in trasferta, basterebbe un gol. E l’Inter esagera, facendone tre. Nella prima frazione Bergkamp è freddo nel realizzare dal dischetto. Il numero dieci nella ripresa sale addirittura in cattedra: dando il via all’azione e servendo a Berti il più facile dei tap-in, scappando sulla destra e trovando al limite il connazionale Jonk per il punto del 3-0 – destro a fil di palo. Nella “doppia” finale – allora era prassi disputare tutto il percorso di coppa in gare d’andata e ritorno – l’Inter supererà il Salisburgo. Decisivi, ancora una volta, Berti (a Vienna) e Jonk – nel ritorno di San Siro.