Natale con i tuoi, Pasqua con… Bologna-Inter. Trentatreesima giornata di Serie A, i nerazzurri tornano a giocare in questa domenica tanto particolare a ventuno anni di distanza dall’ultima volta. Allora si andava in scena al Renato Curi di Perugia e gli uomini allenati da Alberto Zaccheroni, in lotta per un posto in Champions League con Parma e Lazio, passarono in Umbria per 2-3. Una vittoria al cardiopalma: sotto 2-1 fino a cinque dal termine, l’Imperatore Adriano (già autore del momentaneo vantaggio) e Obafemi Martins ribaltarono il risultato finale.
Così, se il tempo cancella via i ricordi, decisamente più fresco è il nefasto precedente in terra felsinea di tre anni (quasi esatti, era il 27 aprile) or sono. Sì, la famosa partita dell’asterisco, decisa dall’appoggio facile facile di Nicola Sansone, sigillo propiziato dalla leggerezza – chiamiamola così, oggi è pur sempre un giorno di festa – di Ionut Radu. Storie di vecchi fantasmi. A proposito, per i felsinei chi segnò il punto del provvisorio pareggio in quella gara? Esatto il buon Marko Arnautovic, ultimamente talismano casalingo – per lo meno in campionato e Coppa Italia – di un’Inter ancora in corsa su tutti i fronti.
Bologna-Inter, ai nerazzurri servono gol “argentini”
E chi giocò davanti in quel maledetto recupero per la causa nerazzurra? Coppia tutta argentina, Joaquin Correa e Lautaro Martinez. Proprio così, il tandem che – per lo meno così sappiamo mentre stiamo scrivendo – guiderà il nostro attacco nel tardo pomeriggio di questa Pasqua dedicata al pallone.
Se l’Arna letale potrebbe tornare utile a gara in corso (e perché no, farsi perdonare una volta per tutte quella sanguinosa marcatura), il Toro e il Tucu dovrebbero avere più di un motivo per far male a un Bologna ultimamente simpatico come un granello di sabbia in un occhio. L’anno scorso lo scherzetto della Coppa Italia, in questa stagione un 2-2 casalingo condito da qualche dubbio arbitrale di troppo. Se ciò non bastasse mettiamoci anche un po’ di sano campanilismo tutto sudamericano: ad oggi per l’interista medio la terra felsinea è ancora quella del primo gol di Ronaldo e dell’unica rete di Gabigol. Come a chiedersi, e se fosse arrivato il momento per piantare pure l’emblema del sole di maggio?