Correva l’inverno del 1993 quando il presidente nerazzurro Ernesto Pellegrini fu costretto a presentarsi in conferenza stampa per gettare acqua sul fuoco divampato dopo certe dichiazioni di mister Bagnoli (“L’Inter può raggiungere il valore attuale del Milan? Come no, se Baresi e Tassotti smettono di giocare, se loro diventano scarsi e noi fortissimi all’improvviso e se arrestano Berlusconi come Craxi“). Era il periodo di Tangentopoli e l’uscita del tecnico provocò molto polemiche. Davanti ai giornalisti però il numero uno della Beneamata fece passare ogni controversia in secondo piano: colse l’occasione per comunicare a tutti che l’Inter avrebbe acquistato il giovane talento olandese Dennis Bergkamp, e con lui lo scudiero Wim Jonk.
Professione centrocampista
Un paio d’anni prima i due – vestendo la maglietta dell’Ajax – si erano aggiudicati una Coppa Uefa ai danni del Torino (di un giovane, e non ancora esploso, Bobo Vieri). Proprio il futuro centrocampista dell’Inter Wim Jonk segnò la prima delle reti che caratterizzarono la doppia finale del 1991/92.
Nato a Volendam il 12 ottobre 1976, a differenza del biondo fantasista, arrivò in nerazzurro nel pieno della maturità calcistica. Giocatore sicuramente macchinoso ma dotato di grande spessore tecnico, la qualità principale dell’olandese erano le conclusioni dalla distanza.
Inter, la Coppa Uefa di Win Jonk
‘El gionc’ – così lo chiamava Bagnoli – si presenta subito infilando dai trenta metri il portiere della Reggiana. A livello realizzativo tra campionato e coppe chiuderà la stagione 1993/94 in doppia cifra, rendendosi in particolar modo protagonista nella cavalcata che porterà Ruben Sosa e soci alla conquista della seconda Coppa Uefa – storia totalmente diversa dal campionato, dove l’Inter scongiurò la retrocessione solamente alla penultima giornata.
Segna nei trentaduesimi, due volte nei quarti (Borussia Dortmund), al Cagliari in semifinale. E pure nel ritorno dell’ultimo atto, avversario il Salisburgo. Al netto di qualche infortunio un’annata personalmente positiva per il tulipano, a differenza del connazionale Bergkamp che faticò ad ambientarsi nel calcio italiano.
La stagione 1994/95
Nella stagione successiva l’Inter soffre decisamente meno – sesta piazza e diritto a partecipare alla successiva Coppa Uefa – ma Wim Jonk non si ripete sugli stessi livelli. L’avvento di Massimo Moratti e il relativo innamoramento presidenziali per le qualità caratteriali di Paul Ince lo riportarono verso l’Olanda. Prima di chiudere la carriera in Inghilterra (con lo Sheffield) il 49 volte oranje tornerà a vincere in patria con la maglia del Psv Eindhoven. Si dice che nel contesto della sua cessione alle lampadine biancorosse Moratti riuscì a strappare un’opzione, mai esercitata, per un diciannovenne ancora semisconosciuto, un certo Ronaldo. Il Fenomeno arriverà qualche anno più tardi, ma questa è un’altra storia…



