Quarta vittoria di fila in Europa, quinta con la porta imbattuta: l’Inter che sale (momentaneamente) in testa al classificone di Champions League ha dimostrato di avere un’anima d’acciaio.
Piedi in Europa, testa all’Italia. Tu chiamale se vuoi, prove di sorpasso. L’Inter, in attesa di Liverpool-Real Madrid (gara da tripla), aggancia la testa del classificone di Champions League e guarda dall’alto – almeno per una notte – il salotto buono del Vecchio Continente. Lo fa con l’ormai “solita” prestazione senza macchia e senza paura: personalità nel palleggio e capacità di leggere i tempi dei novanta di gioco, dominando la partita anche quando il pallone è tra i piedi dell’avversario. Così, in attesa di mettere la testa davanti anche in campionato – domenica sera al Franchi servirà una prova di forza contro l’altra squadra più in forma della Serie A – Barella e soci mettono in cascina altri tre mattoncini verso la qualificazione diretta agli ottavi di finale.
Sì, perché se in Italia all’Inter basterebbe essere se stessa per riuscire a mettere in fila tutte le altre (e dopo gli iniziali inciampi contro le piccole la strada intrapresa va comunque in questa direzione) in Europa c’era effettivamente bisogno di un salto di qualità. Bisogna essere obiettivi: senza nulla togliere alla grandiosa cavalcata, nel 2023 fu il sorteggio a dare una mano. E nella stagione scorsa i giri a vuoto in Champions League sono stati diversi: le due gare con la Real Sociedad, il terrificante primo tempo di Lisbona, una qualificazione ai quarti buttata via per errori sottoporta e disattenzioni difensive.
L’Inter, un’anima d’acciaio e i problemi delle grandi d’Europa
Inter, una squadra d’acciaio. Fino dove puoi arrivare in Europa?
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Cambio di passo che dopo 450′ di gioco sembra essere effettivamente arrivato. Una squadra che ha trovato la sua dimensione non tanto nella spettacolarità dell’inzaghismo, quanto nella più intima anima d’acciaio. Con un Sommer a lungo inoperoso ma sempre sul pezzo e il pacchetto dei sei difensori centrali che, al di là di chi gioca, si esibisce ai limiti della perfezione (sì, anche De Vrij – a lungo criticato da chi scrive – è tornato sui livelli dei giorni migliori). Senza nulla togliere all’abnegazione dimostrata da centrocampisti e punte. Ma il loro compito principale è – piuttosto ovviamente – quello di far male agli avversari.
Fin dove può spingersi questa Inter? Un bel banco di prova sarà la trasferta di Leverkusen. Fare la voce grossa su uno dei campi attualmente più difficili d’Europa darebbe ulteriori certezze agli uomini di Simone Inzaghi. Il mister l’ha detto senza mezzi termini, l’obiettivo è arrivare in fondo. Se poi ci vogliamo mettere le rumorose difficoltà finora riscontrate dalle grandi favorite…



