“Volevo solo l’Inter, perché Inter is Not For Everyone“: era l’8 agosto 2019 e Romelu Lukaku sbarcava ufficialmente sul pianeta nerazzurro. Visite mediche al mattino, firma sul ricco contratto quinquennale – sì, a ripensarci oggi fa amaramente sorridere – e primo allenamento alla Pinetina. 74 milioni di euro versati nelle casse del Manchester United per il colpo più oneroso della storia nerazzurra.
Big Rom arrivava alla corte di Antonio Conte – unico tecnico che riuscirà a far esprimere al meglio le potenzialità del belga – per sostituire l’epurato Mauro Icardi, spedito al Psg senza tanti rimpianti. Così il possente centravanti si prende subito la numero nove: diciotto giorni più tardi segna subito (al Lecce) nel personalissimo battesimo in quel di San Siro.
Notti di LuLa piena
Sono i mesi felici della LuLa. Lautaro Martinez cresce a vista d’occhio, i tifosi dell’Inter vengono conquistati da Romelu Lukaku. Il quale, per farsi volere ancora più bene, buca Donnarumma sia nel derby d’andata che in quello di ritorno, arrotondando un’iconica rimonta nella seconda frazione di gioco. Perdonata la decisiva autorete in finale di Europa League, il terminale offensivo della Beneamata trascinerà – a suon di reti e sgroppate – i suoi compagni verso lo scudetto numero 19. Con ancora l’Europa come tallone d’Achille (una sua deviazione sul colpo sicuro di Sanchez elimina i nerazzurri dalla coppa dalle grandi orecchie) si autoproclama però “Re di Milano”: sul campo (e in uno storico faccia a faccia) minimizza il proverbiale carattere di Zlatan Ibrahimovic.
Così nell’estate successiva il Chelsea mette sul piatto la bellezza di 113 di euro, oltre al contratto faraonico offerto al giocatore. L’affare si fa, anche perché BigRom non ci pensa due volte a salutare, in un silenzio assordante, la squadra e l’ambiente che nei fatti lo hanno reso uno dei miglior attaccanti in circolazione.
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Inter, il ritorno di Romelu Lukaku
Ma Londra non è Milano e già a metà stagione il figlio prodigo vorrebbe tornare sui suoi passi. Giugno 2022, Rom is back, questa volta in prestito oneroso. Il rapporto con i tifosi però si è definitivamente incrinato: i ripetuti infortuni e l’avvio non entusiasmante della Beneamata fanno il resto. Il belga persevera, pensando solamente al mondiale in Qatar – dove tra l’altro finirà per fare la figura del cioccolataio. Eppure la seconda Inter di Simone Inzaghi riesce a prolungare il percorso in Champions League. In finale c’è il Manchester City: gli inglesi alzeranno la coppa anche grazie a un gravissimo errore sottoporta di Lukaku – che all’ultimo respiro con la sua goffa presenza negherà pure il pareggio a Dimarco.
Nonostante tutto Marotta e Ausilio, ignari dei flirt clandestini del giocatore con Milan e Juventus, lavorano per ammorbidire la posizione del Chelsea (40 milioni per il cartellino). Ma quando l’attaccante stacca il cellulare non rispondendo più a dirigenti e compagni tutti gli altarini vengono scoperti: il modo peggiore per mettere la parola fine su una storia d’amore che, sotto sotto, è sempre e solo stata a senso unico.