L’Inter di Simone Inzaghi perde una battaglia epica. La perde, leggendo Virgilio, contro un avversario erroneamente sottovalutato…
Timeo Danaos et dona ferentes. Forse non serve scomodare Virgilio e la sua “Eneide”, ma quando un tifoso perde il Derby – che sia interista o milanista – la sofferenza è sempre epica. E davvero c’era da temere i Greci (in questo caso i milanisti) anche quando portano doni. I “doni” (psicologici prima ancora che nei fatti, cioè nei punti di campionato) venivano dal curriculum passato e attuale del Milan. Sei derby persi di fila, e pure male. Una situazione di gioco e societaria da mettersi le mani nei capelli. E invece i capelli ce li strappiamo noi, a questo giro.
Tornando ai “doni”, questi sono le illusioni che ci hanno convinto che sarebbe stato facile battere il Milan. C’era questo Milan sceso in campo con la fame che i nostri – da Barella in giù – non avevano. La squadra nerazzurra è stata supponente, questo il suo peccato originale. Avranno contato le lodi sperticate dopo la partita col City? Avrà contato il film sulla Seconda Stella che, al solito – vedi Napoli (e poi muori) – porta a rimirarsi l’ombelico nel passato recente. Inzaghi l’aveva detto: il passato è passato. Messaggio non ricevuto dall’ambiente.
Dopodiché, vengono i peccati fisici: stanchi, dopo la partita col City. Lenti. Imprecisi. Senza fame, per l’appunto. Imborghesiti. E va aggiunto che il tanto bistrattato Fonseca ha dato una bella lezioncina tattica a Inzaghi. La disperazione mista a un’indubbia intuizione ha consigliato al tecnico milanista di schierare quattro punte. Bene, Inzaghi ci ha capito poco. Si è fidato dei Soliti. E ha proceduto con la sua ricetta delle sostituzioni ruolo per ruolo.
Le colpe sono di tutti. Di Inzaghi e dei giocatori. Ma certo il tecnico piacentino avrebbe potuto, rimirando un secondo tempo pavido dei suoi, sfoggiare un po’ di coraggio e inserire una terza punta. Ha sbagliato i cambi, e forse è venuto il momento di considerare alcune cose: a) Mhkitaryan non è in forma, deve riprendersi accomodato in panca b) Frattesi, probabilmente nel modulo di Inzaghi,non è quello della Nazionale, e forse gli va preferito Zielinski c) Asslani non ha passo e grinta per essere il vice Calhanoglu, forse ancora Zielinski può essere il rincalzo preferito d) Darmian va applaudito per tutto ciò che ha fatto ma ha la sua età, va usato col bilancino. Le delusioni proseguono con Lautaro Martinez (fuori forma) e Thuram (improvvisamente spentosi).
Inter, è mancata la fame…
Inter, Simone Inzaghi si legga Virgilio: una sconfitta epica
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Per tornare a Virgilio e all’epica guerra tra Troiani e Greci, i primi (cioè noi) il Cavallo di Troia se lo sono costruiti da sé: tutti sanno che questa Inter – se gioca con l’applicazione feroce della stagione scorsa – rivincerebbe il campionato senza problemi. O meglio, tenendo a bada l’unico rivale serio: il Napoli guidato da Conte.
L’Inter deve solo temere sé stessa, e purtroppo sta accadendo il peggio. In squadra ci sono ottimi giocatori, non fuoriclasse: le vittorie gratis o “sporche” (nel senso di recuperate all’ultimo, non nel senso “moggiano” del termine) non saranno molte quest’anno e non abbiamo giocatori capaci di inventare il colpo dal nulla. Inzaghi l’ha detto: “Serve essere squadra”. Lautaro l’ha ribadito: “Serve pedalare”. Ok, dunque speriamo che la lazione sia servita.
Se questa va a segno, il campionato finisce dal prossimo turno, a nostro favore ovviamente. Se la lezione resta non appresa, prepariamoci a una stagione scialba. Con le speranze da Coppa, certo. Ma con le probabilità molto basse di alzare il trofeo, perché si deve essere realisti, quello è un altro pianeta, dove i marziani si chiamano Real Madrid e Manchester City. Incrociamo le dita e aspettiamo il prossimo turno.
Inter, Simone Inzaghi si legga Virgilio: una sconfitta epica