L’ex trequartista dell’Inter Wesley Sneijder ai microfoni del programma di Prime Video Fenomeni parla del Triplete, dei numeri dieci e dell’attuale stagione nerazzurra
Uno, l’intervistatore, è stato un degno avversario dell’Inter del Triplete. E con quella rete all’Olimpico nello scontro diretto della trentunesima giornata ha provato a rovinare i piani della compagine nerazzurra. L’altro – l’intervistato – rimane ancora oggi, a distanza di tre lustri, uno degli uomini simbolo, secondo forse solo a Diego Milito, di quella splendida cavalcata. Così nel programma di Prime Video Fenomeni l’ex trequartista della Beneamata Wesley Sneijder ha risposto alle incalzanti domande di Luca Toni, campione del mondo con la nazionale azzurra nel 2006 e centravanti della Roma nella seconda parte della stagione 2009/10.
In nerazzurro dal 2009 al 2013, proprio nella prima, magica, annata in Italia il centrocampista olandese ha “rischiato” di vincere il pallone d’oro. In quel periodo però l’assegnazione dell’ambito premio individuale era questione riguardante esclusivamente Messi e Cristiano Ronaldo. I quali secondo Wes rimangono i “migliori giocatori del mondo“. Ma, proprio “in quel momento avevamo vinto la Champions, avevamo vinto tutto in Italia e sono arrivato in finale ai Mondiali“. A distanza di 15 anni possiamo confermarlo: anche il solo escludere dal podio il numero 10 e Diego Milito fu qualcosa di davvero scandaloso.
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Wesley Sneijder ha poi parlato della sua esperienza in nerazzurro. Dalla chiamata – e dall’importanza nella sua vita professionale – di José Mourinho (“sono l’allenatore dell’Inter manca solo una posizione da coprire, il numero 10. Quando ti portiamo qua, possiamo vincere tutto”) al peso specifico dei senatori nello spogliatoio: Javier Zanetti, sempre davanti a tirare il gruppo, e poi Esteban Cambiasso, Dejan Stankovic, Samuel Eto’o. Proprio con l’avanti camerunense il fantasista ha condiviso un rapporto conflittuale – non che siano stati gli unici – con Rafa Benitez.
Dal passato al presente. Al primatista di presenze nella selezione Oranje piace molto Hakan Calhanoglu, “top nei piedi e nella testa“. L’attuale regista dell’Inter ha accettato le richieste di Simone Inzaghi, arretrando il suo baricentro. Secondo Sneijder il turco “non è un classico numero 10“. Semplicemente perchè giocatori capaci di interpretare quel numero sulle spalle “non esistono più“.
E poi, un po’ inaspettata, la stoccata finale sull’imminente futuro. “L’Inter di quest’anno mi piace, Inzaghi mi piace. Fanno gol, non ne prendono tanti perché giocano in tanti dietro. Si può dire che in Italia c’è solo una squadra adesso. È l’Inter, no? Ma non può vincere la Champions”. Il buon Wes mette davanti alla Beneamata anche il Barcellona, possibile avversario in ottica semifinale. Eppure anche nel 2010 il penultimo atto avrebbe dovuto essere una festa blaugrana…