L’Inter raggiunge in testa una spenta Juventus: con questi presupposti diventerà un’altra lunga stagione per le dirette concorrenti dei nerazzurri
L’avevano definito il primo scontro scudetto della stagione. E Inter-Atalanta (se qualcuno avesse mai avuto qualche dubbio) ha già dato il primo verdetto del 2024/25. Ci mettiamo la mano sul fuoco, perché no, la Dea non ha la forza necessaria per competere con il potenziale espresso da Barella e soci. Tantomeno pensando – in ottica Champions – di vederla giocare ogni tre giorni. Un risultato che, tornando mentalmente indietro nel tempo, ricorda per come è maturato l’ormai storico 5-1 nel derby della scorsa stagione .
A proposito dei cugini. Sulla sponda rossonera del Naviglio già si rimpiange Stefano Pioli: potremmo fermarci qui, ma preferiamo infierire. Allenatore confuso, difesa colabrodo, uomini chiave che si trasformano in esempi negativi. Come Leao, che a Parma zittisce i propri tifosi e a Roma, irritato dalla panchina iniziale, si isola al cooling break insieme a Theo Hernandez. Episodi ritrattati ed edulcorati in sala stampa? Non proprio, perché per chi mastica calcio – e dinamiche di spogliatoio – certi particolari sono una cartina tornasole.
L’Inter vola: una lunga stagione attende le altre pretendenti allo scudetto
Inter, sarà una lunga stagione… per le avversarie
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Ci sarebbe poi il Napoli. Conosciamo Antonio Conte e sappiamo dove può fare arrivare Romelu Lukaku. Ma, probabilmente, le buone notizie per i partenopei finiscono qui. La retroguardia, composta da onesti mestieranti, è totalmente da registrare ad esempio. Certo, la rocambolesca vittoria sul Parma può dare un’importante spinta emotiva. Rimane però un 2-1 frutto di singoli episodi. Molto dipenderà dalle capacità del tecnico salentino: l’impressione è che dopo tanti capricci abbia perso anche il suo proverbiale tocco magico.
Eccoci alla Juventus, lanciata (soprattutto dai media) dopo le affermazioni contro Como e, Verona. Ora una Roma modesta e compatta ha riportato tutti sul pianeta terra. Perché sui bianconeri ci sono ancora tanti, troppi punti interrogativi. Per un Thiago Motta alla prima esperienza con obiettivi davvero importanti c’è un Vlahovic finora grande con le piccole e piccolo con le grandi. Per un Koopmeiners che deve dimostrarsi pronto per una big, ci sono i vari Douglas Luiz, Thuram e Conceição che dovranno confrontarsi con un campionato nuovo e diverso (con tutto quello che ne consegue). Nessuno domenica sera è riuscito ad alzare il ritmo o, quantomeno, a forzare la giocata: va bene il bel gioco, ma partite come queste – di riffa o di raffa – il tanto contestato Allegri avrebbe saputo come portarle a casa.
È solo calcio d’agosto, siamo d’accordo. E come la canicola che ci sta accompagnando in questo principio di settembre, può essere spazzato via dai primi temporali che anticipano l’arrivo dell’autunno. Ci siamo limitati – volenti o nolenti – ad analizzare quanto ci ha offerto l’antipasto di Serie A in questi primi 270’ di gioco. Non il passato né, tantomeno, il futuro. Il presente intanto continua ad essere del Biscione nerazzurro: per le avversarie dell’Inter rischia di essere una lunga, lunghissima stagione.