Dallo scudetto dei record all’Inter del Fenomeno, Nicola Berti è stato un vero simbolo di interismo. E grande nemico del Milan…
Per spiegare ai più giovani cosa sia l’Inter e – di conseguenza – l’interismo, spesso e volentieri si fanno rivivere le sempre geniali ed affilate battute dell’avvocato Peppino Prisco. Non ce ne voglia il mitico (e sempre amato) alpino, ma il calcio rimane un qualcosa di indissolubilmente legato alle vicende del campo. Ecco che, se dovessimo al contrario pescare tra i giocatori che hanno vestito la maglia nerazzurra, colui che ha rappresentato al meglio questa particolare tipologia dello spirito risponde al nome di Nicola Berti.
Nato a Salsomaggiore Terme il 14 aprile 1967 ha indossato per un decennio la casacca della Beneamata. Vincendo al primo colpo lo scudetto dei record (correva l’anno 1989) per lasciare da vero uomo spogliatoio sul finire del secolo. Ma non solo, perché l’indomabile centrocampista rientrando da un lungo infortunio ha messo lo zampino pure sulla salvezza della disgraziata – almeno in Italia – stagione 1993/94. Indimenticabile poi la galoppata bavarese dei primi mesi: 70 metri palla al piede e giocatori del Bayern Monaco ridotte a statuine del presepe. Più di tutti però, fu nemico giurato dei cugini del Milan.
La bandiera dell’Inter: il derby per Nicola Berti
Inter, Nicola Berti: l’uomo del derby
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Con i colori dell’Inter Nicola Berti ha segnato nella stracittadina meneghina un paio di volte. Il primo, decisivo, gol nell’1-0 del 18 novembre 1990. Il secondo – tre primavere più tardi – avrebbe potuto riscrivere la storia del campionato 1992/93. Ma Gullit pareggerà e il Milan andrà a vincere lo scudetto. Oltre alle giocate rimane tutta una serie di battute ed aneddoti. Dal “meglio sconfitto che milanista” al derby vissuto come “una guerra, ci si dava dentro fino alla morte e ci si insultava”.
Con Paolo Maldini frequentava gli stessi locali, ma “quando io vedevo che c’era lui non entravo, e lo stesso faceva anche lui. C’era molta rivalità, siamo anche rimasti due anni senza parlarci”. Eppure erano compagni in Nazionale. Con gli azzurri il nostro gioca ai mondiali italiani e a quelli americani. Dove fu l’unico interista tra sette giocatori del Diavolo. Proprio in quel periodo, con il contratto in scadenza, fu clamorosamente contattato dai dirigenti del Milan: sarebbero state comprese anche due guardie del corpo. Pellegrini a quel punto non tardò a procedere con il rinnovo.
Dentro al rettangolo di gioco la bandiera dell’Inter Nicola Berti fu un professionista impeccabile. Fuori dal campo invece sapeva, per così dire, come staccare la spina. Amante dei sigari e della bella vita, trovò nel Fenomeno Ronaldo un degno compare di scappatelle. Per sua stessa ammissione davanti alla televisione ha gufato spesso e volentieri gli eterni rivali. Intanto la Curva Sud non perdeva occasione per fischiarlo (e dedicargli un’irriverente canzoncina). Lui, alla sua maniera, trasformava il tutto in energia positiva. A proposito: il 22 aprile l’Inter giocherà “in casa” del Milan: affrontare la storica sfida con lo stesso spirito di Nicola Berti potrebbe davvero valere la seconda stella…