Massimo Moratti, l’ultimo presidente dell’Inter a vincere la Champions League, ha parlato della rivalità con Silvio Berlusconi…
Massimo Moratti ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Libero. Lo storico presidente dell’Inter , l’ultimo italiano a vincere la Champions League, ha raccontato del suo rapporto con il padre Angelo, vincitore di due Coppe dei Campioni negli anni Sessanta, e non solo.
Il modo di lavorare di papà Angelo è stato fondamentale per Moratti, che ha sempre voluto portare nell’Inter l’applicazione del padre. Un’applicazione fondamentale per tornare a vincere:
Ho sempre avuto in mente il modo di lavorare di mio padre, il suo modo di essere vincente e che a fatica sono riuscito a riportare. Per me mio padre è stato importantissimo, ha rappresentato un esempio che mi ha consentito di vedere ciò che stavo per affrontare non come un’esperienza nuova ma come una continuazione di un percorso che avevamo vissuto da ragazzi.
Inter, Moratti e la rivalità con Berlusconi…
Inter, Moratti: Berlusconi mi mise in guardia…
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Il modello di Angelo è stato molto importante. Massimo Moratti ha cercato di copiarlo, prendendo ispirazione nella gestione e nelle decisioni. Che, da solo, aumentano la responsabilità:
La determinazione nelle decisioni, il sapere di essere da solo quando le prendi e assumertene la totale responsabilità, ma quello che papà mi ha lasciato come eredità è stata sicuramente la sua immensa umanità, il suo essere disponibile con tutti. Era un uomo con un grandissimo carisma ed estremamente simpatico. Mi ha trasmesso la capacità di cercare di ottenere il massimo attraverso queste sue qualità che ho cercato di fare mie.
Una lunga parte dell’intervista, poi, è dedicata alla rivalità con Silvio Berlusconi. Quando Moratti è arrivato, il Milan era all’apice, aveva già vinto tre Coppe dei Campioni e in Italia stava facendo incetta di campionati. Il presidente dei rossoneri, però, mise in guardia Massimo sui soldi da spendere per gestire una squadra di calcio. Cosa che Moratti avrebbe capito solo dopo:
La rivalità fra di noi è stata una delle spinte che mi ha portato a cercare di far bene. Quando sono arrivato alla presidenza dell’Inter, il Milan era al massimo della sua espressione e ho dovuto cercare di fare in modo che anche la mia squadra fosse allo stesso livello, se non superiore. Con Silvio Berlusconi c’è stato un rapporto di innegabile rivalità calcistica ma di grande simpatia. Appena presi l’Inter ricordo che cercò di mettermi in guardia dicendomi che il Milan gli costava un sacco di soldi. Io inizialmente non ci credevo che fosse una cosa così onerosa e invece in realtà aveva ragione lui.