Spia rossa, la ThuLa va a corrente alternata. Tra i (pochi) problemi dell’Inter c’è quello dell’attacco, dove Mehdi Taremi sembra proprio non aver attaccato la spina: farà peggio anche di Hakan Sukur?
Polveri bagnate. L’Inter crea tanto ma segna (relativamente) poco. Sì lo sappiamo, siamo dei perfezionisti e ci piace cercare il pelo dell’uovo. Ma è un dato di fatto: Thuram e Lautaro vanno a corrente alternata. E se non fosse per l’eccellente mira dei nostri centrocampisti – tra campionato e coppa sono 15 le reti complessive del reparto nevralgico – i grattacapi per Simone Inzaghi sarebbero sicuramente maggiori. L’attacco insomma sta faticando a trovare continuità realizzativa. Se, come già scritto su queste pagine nel post Monza-Inter, non ci aspettiamo miracoli da Arnautovic e Correa, qualcosa in più sarebbe lecito chiedere a Mehdi Taremi.
Per l’avanti iraniano finora 567’ di gioco suddivisi in 14 presenze. Sempre titolare in Champions League, ha messo lo zampino solamente nella larga vittoria sulla Stella Rossa (due assist e la rete dal dischetto – che evidentemente non l’ha sbloccato). Contro l’Arsenal si è pure guadagnato il rigore ma, per come si è sviluppata l’azione, tanto si deve alla fortuna e alla poca attenzione del difensore inglese. In Italia Taremi è invece fermo al colpo di testa che permise a Darmian di sbloccare Inter-Lecce. Era ancora agosto, seconda di campionato.
L’Inter e le punte “spuntate”: Taremi peggio di Hakan Sukur?
Inter, Mehdi Taremi e la sindrome di Hakan Sukur
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Un po’ pochino, insomma. E dire che le aspettative sulle potenzialità dell’ex Porto – alimentate da un buon precampionato – erano alte. Numeri insufficienti e la sensazione di ritrovarsi in rosa un giocatore dal basso peso specifico che ancora (e siamo a metà novembre) non ha assorbito i meccanismi dell’intera squadra. Qualche lampo si è visto – come il tacco a Berna che ha mandato in porta Bisseck – ma qui pare tornare il fantasma di Darko Pancev. Sindrome di Hakan Sukur, se vogliamo usare altre parole.
Si ricorderanno i tifosi non più giovanissimi che anche il bomber del Galatasaray arrivò in nerazzurro – nell’ormai lontana estate del 2000 – carico di promesse. Nelle gerarchie, subito sotto a Vieri e Recoba. Con l’attenuante di una stagione totalmente disastrosa (l’Helsingborg, l’auto-esonero di Lippi, la panchina a Tardelli, la scoppola di Parma in Coppa Italia, l’Alaves, lo 0-6 nel derby) il turco pur giocando un buon numero di gare non lasciò praticamente mai il segno.
Se lo ricordano – forse – solamente a Verona. Segnò all’Hellas sia all’andata che al ritorno. Ecco, facciamolo sapere al buon Taremi: la caccia al ventunesimo scudetto ripartirà proprio dal Bentegodi. Sbloccarsi in casa dei gialloblu sarebbe il modo migliore per allontanare la sindrome di Hakan Sukur…