Massimo Moratti ha parlato di quale, secondo lui, sia il segreto di Simone Inzaghi, mentre non si sbilancia sul futuro di Steven Zhang
Massimo Moratti non ha dubbi su quale delle tante Inter viste gli ricordi quella di Simone Inzaghi. E il paragone è di quelli che pesano. Intervistato dal Corriere della Sera per lo speciale sul ventesimo scudetto nerazzurro, l’ex presidente conferma di vedere in questa squadra qualcosa di quella di Helenio Herrera:
Gioca bene, esprime un bel calcio, moderno, con basi solide. Per certi tratti questa Inter mi ricorda l’Inter di Herrera. Non sono mai entrato in collisione con i miei allenatori per una scelta tecnica, credo di non essere mai stato invadente, lasciando ovviamente ampia libertà. Potevo avere idee e opinioni diverse, ci tenevo ad essere informato, ma ho sempre avuto rispetto per il loro lavoro. Anche perché ritengo sia un mestiere davvero molto difficile.
Simone Inzaghi non si accontenta mai, cerc sempre di migliorarsi. E, soprattutto, ha una grande capacità, riconosciuta dagli stessi calciatori, di gestire il gruppo e valorizzarlo:
Osservo che non si accontenta mai, cerca sempre il miglioramento, dei suoi uomini e del collettivo, della squadra. Credo che questa sia una qualità importante. Bene, molto bene, sul piano della motivazione. E ha un’altra dote: lavora molto nella valorizzazione del gruppo.
Inter, Massimo Moratti: Zhang? Bisognerebbe essere più informati

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Oltre che di Inzaghi, Moratti ha parlato anche di tre ex allenatori dell’Inter, di cui due passati – e vincenti – sotto la sua gestione: José Mourinho e Roberto Mancini. Più Luciano Spalletti, c.t. della Nazionale:
Mi spiace che tra Mourinho e la Roma sia finita male. Ma i tifosi hanno dimostrato grande affetto verso di lui, sono rimasti legati a Mourinho, nonostante gli ottimi risultati di De Rossi. Mancini? Peccato che questa scelta lo abbia allontanato dal grande calcio. Mancini è molto preparato, grande lavoratore, dà sempre tutto. Spalletti lo stimo molto, le sue squadre giocano bene. Speriamo che Scamacca e Retegui possano aiutarlo a risolvere il problema del goal.
Tra passato e futuro, Massimo Moratti ricorda i tempi della sua cessione a Erick Thohir nel 2013, mentre non i sbilancia sulla situazione attuale di Steven Zhang:
Bisognerebbe essere informati e io in questo momento non lo sono. La mia cessione? È un momento delicato, soprattutto dal punto di vista psicologico, meglio lavorare quindi su se stessi, capire che certe azioni bisogna farle, nei modi e con i tempi giusti. Si soffre? Le vere sofferenze della vita, i dolori, sono altri.
La seconda stella ha reso grande l’Inter, anche se il ricordo, per Moratti, è destinato a chi ha fatto sì che fosse possibile questa cosa:
Al massimo il ricordo è destinato agli uomini che hanno accompagnato questa felice e impegnativa avventura, che hanno reso grande l’Inter. Vivo valori e sentimenti di riconoscenza verso alcuni giocatori, campioni e tecnici che hanno dato molto all’Inter.



