Se c’è qualcuno che – nel bene e nel male – ha saputo incarnare nel terzo millennio la più radicale essenza dell’interismo, beh quella persona risponde al nome di Marco Materazzi. Senza nulla togliere ad altri mostri sacri della casacca nerazzurra (pensiamo ad esempio al sempre ordinato Javier Zanetti), lo storico numero 23 della Beneamata è stato un giocatore simbolo per un’intera generazione di tifosi. Nei suoi alti – gli scudetti, la Champions League, mettiamoci dentro pure il Mondiale del 2006 – e nei suoi bassi. Come il 5 maggio o il fattaccio del cazzotto tirato al malcapitato Bruno Cirillo al termine di un Inter-Siena qualunque.
Chi meglio di lui avrebbe potuto commentare a caldo il dolcissimo pareggio fra il Biscione e i tedeschi del Bayern Monaco. Sollecito dalla Gazzetta dello Sport Marco Materazzi ha suonato la carica a Simone Inzaghi e ai suoi uomini. Non ponendo limiti: “Mancano talmente pochi passaggi per entrare nella storia, e la voglia di arrivare in fondo della squadra è così forte, che adesso tutto è davvero possibile“. Una consapevolezza che da qualche settimana già covava sotto la cenere ma che dopo aver eliminato i bavaresi non può più essere nascosta.
“L’Inter può entrare nella storia”
Da Sommer a Lautaro Martinez – ovvero dal numero uno al terminale offensivo – un ritornello recitato all’unisono manda ora a quel paese pure l’italicissima scaramanzia. “Vogliamo vincere tutto“, concetto espresso anche dal presidente Beppe Marotta. E dal diesse Piero Ausilio con quel “la serata più bella deve ancora arrivare“.
Cuore nerazzurro, conscio che – almeno nel mondo Inter – ogni grande vittoria può nascere solo dagli insegnamenti della più cocente sconfitta, Matrix riavvolge il nastro. E torna indietro, fino alla finale di Istanbul. Ovvero alle dichiarazioni del fresco campione d’Europa Josep Guardiola. Disse l’allenatore del Manchester City, parlando a caldo della Beneamata: “E’ una squadra fortissima e lo diventerà ancora di più, sono convinto che tornerà in finale”. Ma oltre ai valori tecnici, atletici e tattici espressi sul campo MM23 si è voluto soffermare sulle – fondamentali – qualità morali di questo gruppo: “Lautaro sotto la curva è l’immagine di un sentimento meraviglioso che ci unisce tutti. Il capitano, la squadra, l’allenatore, la società, i tifosi. Una cosa sola: si è creato un ambiente speciale, dove tutti remano compatti nella stessa direzione”. Il triplice viaggio può continuare.