Una vittoria utile per il morale, tre punti che fanno tornare l’Inter nella parte sinistra della classifica. Prestazione positiva, uomini chiave che stanno tornando sui loro livelli e giovani vogliosi di ritagliarsi sempre più spazio. Eppure quel buco al minuto 84 – che di fatto ha riaperto una partita mai in discussione dalle prime battute – ha rovinato il sapore del cocktail. Abbiamo aspetto qualche ora prima di analizzare Inter-Sassuolo: come si dice in ogni spogliatoio al rientro dopo il triplice fischio “se ne parla martedì“. Anche a mente fredda però, il dubbio rimane: il bicchiere nerazzurro è mezzo pieno o mezzo vuoto?
L’attacco gira ma la difesa balla
Undici reti in quattro gare – tredici in cinque se contiamo anche l’esordio di Champions League. Ribadiamo un concetto ormai chiaro anche alle vedove di Lookman: la Beneamata parte (quasi) sempre con un gol di vantaggio. Il (grande) problema rimane poi andarlo a difendere. Perché non sempre si può dilagare come fatto alla prima ai danni del malcapitato Torino. Ma d’altro canto – a maggior ragione con avversari di bassa classifica – non si può nemmeno tenere una partita in vita fino al sesto minuto di recupero dopo aver dominato in lungo e in largo la disputa. Carlos Augusto, migliore in campo contro i neroverdi, non ha usato giri di parole: “Dobbiamo stare attenti perché l’1-0 è un risultato bastardo”. Concetto non politicamente corretto, ma estremamente efficace.
Il bicchiere dell’Inter
Il problema è che con questa Inter ancora troppo inzaghiana nell’approccio difensivo, anche ogni 2-0 rischia di essere un punteggio del quale non ci si può fidare. La sensazione avuta domenica sera è che il Sassuolo (salvato comunque più volte dal proprio portiere, in particolar modo nella ripresa) avesse la consapevolezza che prima o poi il pasticcio la retroguardia nerazzurra l’avrebbe combinato.
Con quel divario nessun problema, va bene. Ma quando squadre appena appena più strutturate (leggere alla voce Udinese) si approcciano in questa maniera e magari riescono passare, poi tutto diventa difficile. Perché in Italia tutti sanno come andare a fare le barricate. A prescindere dall’avere o meno il giocatore che sappia saltare l’uomo – anzi talvolta per togliere il tappo basterebbe riprendere un caro vecchio fondamentale come il tiro dalla distanza.
Che lezione imparare dalla vittoria contro il Sassuolo? Si riparte dalla potenza di fuoco dimostrata o per mettere mano alle crepe ormai strutturali? “Mezzo pieno mezzo vuoto, questo è il solo e unico bicchiere che abbiamo” cantava Max Pezzali nell’ormai lontano 2008. Ecco, se a maggio si vuole brindare – e non bere per dimenticare – quel calice va riempito quanto prima.