La squalifica di dieci giornate per Francesco Acerbi, con l’accusa di insulti razzisti verso Juan Jesus, avrebbe messo fine alla carriera del centrale dell’Inter. Che, in un’intervista, svela la sua paura
L’assoluzione dalle accuse di razzismo nei confronti di Juan Jesus è stata una liberazione per Francesco Acerbi. Il difensore dell’Inter ha vissuto dieci giorni complicatissimi in cui ha temuto di ricevere una squalifica per dieci giornate, che avrebbe compromesso il fine della carriera e, sicuramente, la partecipazione all’Europeo.
Con la squalifica e un’accusa – confermata – di razzismo, Acerbi sarebbe stato finito non solo come calciatore ma anche come uomo, cosa più importante:
Se ti danno dieci giornate e passi per razzista cosa fai? Poteva succedere qualunque cosa: sarei stato finito non come calciatore, che mi interessa fino a un certo punto, ma come uomo.
La sentenza, nei giorni successivi, era già stata emessa dall’opinione popolare. Una gogna mediatica a cui Acerbi non sta. Non va bene e non serve a risolvere un problema come il razzismo:
Tutti avevano già emesso la sentenza prima ancora che uscisse. E per tanti sono razzista anche adesso: sinceramente non ci sto, le gogne mediatiche non vanno bene e soprattutto non servono per risolvere un problema come quello del razzismo che sicuramente esiste. E che non intendo sminuire nemmeno un po’: voglio che sia chiaro.
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Al Corriere della Sera, a precisa domanda, il centrale nerazzurro ha confessato di aver avuto più difficoltà nell’affrontare questa situazione rispetto alla malattia. Quel cancro per cui non ha ricevuto l’accanimento degli ultimi giorni:
Non c’è paragone, quella in confronto è stata una passeggiata, non ho avuto paura. Invece l’accanimento atro che ho visto nei miei confronti in questi giorni mi ha ferito. Ho fatto tanto per togliermi l’etichetta che avevo quando ero più giovane e diventare un esempio di costanza e professionalità e ho rischiato di perdere tutto in un attimo.
E l’Europeo?
Io non mi aspetto niente. Ma per adesso preferisco non dire nulla sulla Nazionale, è giusto che prima ne discuta con Spalletti. Sono stanco, dopo oggi metto un punto alla vicenda. E non voglio parlarne mai più.



