“Houston, abbiamo un problema“. Un grattacapo, almeno in campionato, chiamato minuti finali. Dilemma che si aggiunge al mal di trasferta che – dopo un filotto di sette vittorie consecutive senza nemmeno subire l’ombra di un solo gol (da Roma-Inter a Lecce-Inter) – ha sottratto ai nerazzurri punti preziosi in questa intricatissima volata scudetto. C’era una volta – non più tardi di una stagione fa – una squadra che costruì uno scudetto vinto con un filo di gas proprio andando in crescendo verso il triplice fischio: in casa contro Roma ed Hellas Verona, oppure a Udine. Un “più sei” che stride con la fredda statistica di questo 2024/25 italiano.
Un terzo delle 32 reti subite – appunto, la tenuta difensiva: altra grande differenza con il 2023/24 – sono infatti arrivate nell’ultimo quarto d’ora di gara, più della metà nelle mezzore finali. C’è il rigore di Messias alla prima giornata e la zuccata di Gabbia nel primo derby della stagione. Poi il sigillo di Yildiz a chiudere il pirotecnico pareggio di Inter-Juventus (a Torino nella partita di ritorno Conceição segnò al 74′). E ancora il punto di Billing nello scontro diretto del primo marzo a Napoli che – vale la pena ricordarlo – vale “doppio”. Quindi i passi falsi sulla Via Emilia a Parma: rimonta subita dal 60′ in avanti, e Bologna. Con la rete di Orsolini arrivata proprio allo scadere.
Un bel – si fa per dire – meno undici punti, di cui otto solamente se si prendono in considerazione gli ultimi quindici minuti. Le spiegazioni? Possono essere molteplici. Da fisiologici cali di concentrazione dovuti ai tanti impegni ravvicinati al peso dell’età media (29,1) dei giocatori mandati in campo da Simone Inzaghi – a conferma di ciò il fatto che troviamo tra le più “giovani” proprio Juventus, Parma, Milan e Bologna. Potrebbe pesare anche un certo fattore psicologico. Sì, perché in Champions Leauge l’Inter sembra trasformarsi: la rincorsa continentale sta togliendo energie preziose, ma potrebbe davvero aprire scenari impronosticabili a settembre. E che renderebbero molto meno amari questi minuti finali tutti “italiani”…