Estate, stagione di calciomercato: l’Inter è al lavoro per assicurarsi le prestazioni del nazionale nigeriano Ademola Lookman. Se l’affare dovesse andare in porto, l’attaccante ancora in forza agli orobobici diventerebbe il decimo giocatore delle aquile verdi a vestire la maglietta nerazzurra. Prima di lui, tra gli altri, un paio di attaccanti con altrettante storie particolari: Nwankwo Kanu e Obafemi Martins.
La sfortunata parentesi di Kanu
Il primo, longilinea punta classe 1976, arrivò all’ombra della Madonnina a vent’anni appena compiuti per 8 miliardi delle vecchie lire. Fresco vincitore della medaglia d’oro ai giochi Olimpici di Atlanta 1996 nella sua esperienza all’Ajax aveva già messo nel curriculum tre campionati olandesi e la Champions League conquistata un anno prima (ai danni del Milan). Oltre alla finale della stessa coppa dalle grandi orecchie (1995/96), giocata da titolare e persa solamente ai rigori contro la Juventus.
Durante le visite mediche però, allo stangone nigeriano venne riscontrata una disfunzione cardiaca congenita, mai comunicata all’Inter da parte dei lancieri. Massimo Moratti avrebbe potuto risolvere il contratto: al contrario si occupò personalmente della situazione, pagando di tasca propria l’operazione chirurgica al giovane attaccante. Nwankwo Kanu salterà tutta la stagione 1996/97 per tornare in campo nei primi mesi del 1998. A marzo segna il suo unico goal italiano, proprio contro l’Atalanta: chiuso da una concorrenza spietata – Ronaldo e Roberto Baggio, giusto per fare qualche nome – nel mercato di riparazione dell’annata successiva si trasferirà, con maggiori fortune, all’Arsenal.
Calciomercato Inter: prima di Lookman le capriole di Oba Oba
Dal metro e 97 tutta tecnica di Kanu all’esplosività racchiusa nei 170 centimetri di Obafemi Martins – copriva i 100 metri in meno di 11 secondi, arrivando a saltare fino a 70 centimetri. Attaccante completamente diverso dal connazionale, Oba Oba – questo il suo soprannome – si prese la scena in una notte di Champions League.
Nato nel 1984, arrivò in Italia all’alba del nuovo millennio grazie alla Reggiana. Il tempo di esordire in Serie C1 ed ecco l’approdo nella Primavera dell’Inter. Nell’inverno del 2002 l’allenatore Hector Cuper lo lancia tra i grandi, in una vittoriosia trasferta al Tardini di Parma. Ma è la sera del 19 marzo successivo che il numero trenta fa conoscere al Vecchio Continente le sue iconiche capriole all’indietro: a Leverkusen l’Inter passa – e avanza ai quarti – proprio grazie al mancino fulmineo di Oba Oba.
Da ricordare poi l’illusorio pareggio nel primo, storico, derby di semifinale europea (pochi mesi dopo, sempre in Champions League) e – gennaio 2005 – il punto che diede il via al minuto 88 di Inter-Sampdoria a una delle rimonte più pazze di tutta la storia nerazzurra. Ceduto al Newcastle nella prima estate post-Calciopoli girerà mezzo mondo (Germania, Russia, Spagna, Stati Uniti, Cina) prima di appendere gli scarpini al chiodo il primo gennaio 2021.